19760925 - 25 settembre **Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba** =====La mente non ha forma===== Chi compie una cattiva azione, non potrà ottenere un buon risultato.\\ Chi compie un’azione buona, non subirà alcun danno.\\ Se si pianta un alberello di limone, si potrà forse raccogliere un frutto di mango?\\ Se si pianta un alberello di mango, si potrà forse cogliere un frutto di limone?\\ (Versi Telugu) [1] Incarnazioni del Sacro Sé!\\ La mente è molto abile, il suo agire è strano e svolge un ruolo duplice. La mente in sé non ha forma, assume quella dell’oggetto su cui si fissa; è responsabile della felicità e del dolore, del bene e del male, dei comportamenti retti e scorretti. Pertanto, è dovere di ogni essere umano conoscerne la natura. La mente è come l’acqua che scorre in un canale. Proprio come l’acqua, anche la mente assume la forma degli oggetti che contempla e osserva.\\ Considerate ad esempio il fuoco; la luce che emette può disperdere l’oscurità attorno a noi ed aiutarci a svolgere le attività quotidiane. Il fuoco può essere utilizzato anche per fare un falò per darci calore durante l’inverno. Tuttavia se il corpo o la nostra casa vengono a contatto con il fuoco potrebbero subire gravi danni. La colpa è del fuoco, oppure è della mente che non ha esercitato il suo potere discriminante? Per tutto quello che accade, sia esso buono o cattivo, la responsabilità è da attribuire alle nostre illusioni, alla volontà e agli impulsi o istinti. Immaginiamo di tenere in mano un coltello; esso può essere usato per tagliare un frutto oppure degli ortaggi, ma lo stesso coltello può causare seri danni se usato per ferire qualcuno verso il quale proviamo rabbia o avversione. Allo stesso modo, la mente può essere usata per fare il bene o il male. L’uomo ha quindi il dovere di orientarla verso il bene e di santificare così la sua vita. [2] Sotto la superficie della terra, l’acqua scorre ovunque; noi però non siamo in grado di vederla. Perché? La ragione è che le varie stratificazioni del terreno celano alla nostra vista l’acqua presente nel sottosuolo. Se con uno sforzo scaviamo e rimuoviamo la terra, l’acqua sotterranea salirà in superficie. In modo analogo, la sorgente della pace si trova in ogni essere umano, nel suo Sé e nella coscienza. Il motivo per cui questa corrente di pace non si manifesta è che gli strati del desiderio, della rabbia, dell’odio e della gelosia vi si sono accumulati sopra e, di conseguenza, l’uomo non riesce a provare la gioia che deriva dalla pace. È quindi suo dovere rimuovere quelle incrostazioni facendo uno sforzo consapevole; ma, invece d’impegnarsi, si deprime perché non ha pace, gioia e beatitudine. Questo è il primo segno d’ignoranza. Ogni uomo ha il dovere di comprendere la natura della propria mente e d’indurla a seguire una condotta retta. [3] La vera essenza del Sé è la medesima in tutti, ma può apparire differente a seconda della ricchezza, dei possedimenti, del comportamento e della posizione che ciascuno occupa nella società. Possono esserci delle differenze per quanto riguarda i dispiaceri, le difficoltà, il bene, il male e le sfortune che ognuno deve affrontare: uno può essere milionario e l’altro povero, ma queste differenze sono solo esteriori; il Sé interiore è Uno in tutti gli esseri umani. Bisogna comprendere che la relazione con l’Ātma è il fondamento, l’obiettivo e la meta di ogni essere umano. Questo è il significato della dichiarazione fatta dal Signore Krishna nella Bhagavad Gītā, in cui Egli asserisce: Bījam mām sarva bhūtānām \\ In tutti gli esseri viventi Io sono il seme \\ Bg 7.10 Se osserviamo un albero, vediamo che le foglie, i rami, i fiori ed i frutti appaiono diversi nel nome, nella forma e nel contenuto. Queste differenze però sono solo esteriori; il seme di tutte queste manifestazioni è uno ed unico. [4] Incarnazioni del Divino Sé! \\ L’umanità si manifesta come una grande varietà di fiori e frutti di quell’albero che è l’universo. Ciononostante, è indispensabile comprendere che gli esseri umani, pur con differenti nomi e sembianze, provengono dalla stessa fonte e dallo stesso seme del Principio Atmico. Questa è la chiave della spiritualità! Il Principio Divino è l’origine da cui l’uomo discende, pertanto tutti gli esseri umani devono vivere come fratelli e sorelle. La ‘paternità di Dio e la fratellanza degli uomini’ è la chiave della spiritualità: tutti devono comprenderlo. \\ Essendo nati come esseri umani, è nostro dovere salvaguardare la salute del corpo per poter realizzare questa verità. Il corpo umano tuttavia è destinato a perire un giorno o l’altro, indipendentemente da quanta attenzione poniamo nella sua cura. Il fragile corpo umano è costituito dai cinque elementi.\\ Nessuno sa quando dovrà lasciare questa debole struttura.\\ Gli studiosi dicono che la probabile durata della vita umana sia di cent’anni, ma non si può affermarlo con certezza. \\ Nessuno sa quando morirà, se nell’infanzia, in gioventù o in tarda età, se in città, nel bosco o nell’acqua.\\ Tuttavia la morte è certa per ogni essere umano.\\ L’uomo perciò deve essere sufficientemente saggio da realizzare la sua vera natura mentre è ancora in vita.\\ Questa è la verità rivelata da Sai [5] All’uomo è stato dato il corpo proprio perché possa rendersi conto della sua vera essenza; deve comprendere che la condizione umana non gli è stata concessa per sprecare la sua preziosa esistenza indulgendo nei piaceri del mangiare, del dormire e del procreare, profanando così il corpo umano che è sacro.\\ Tutti sanno che la salute è importantissima per intraprendere anche la più piccola attività. Si afferma: Dharmārtha Kāma Mokshanam Arogyam Mūlamuttamam \\ Per conseguire rettitudine, prosperità, desiderio e liberazione, la salute è la base primaria. Questo significa che dei quattro Purushārtha, indipendentemente da quello che si vuole conseguire, la buona salute è senza dubbio della massima importanza.\\ ‘Mens sana in corpore sano’ - asserisce la massima. Il metodo migliore per godere di una salute perfetta è coltivare buone qualità: ciò agisce come una medicina che rinvigorisce. [6] Non vi è virtù più nobile del servizio all’umanità. Il servizio al prossimo distrugge l’ego e trasforma il Sé individuale in Divino. Per coltivare la nobile inclinazione a servire, si deve mettere in pratica l’amore disinteressato, la compassione e lo spirito di sacrificio. Quest’ultimo può conferire all’uomo l’unione con Dio e quindi la beatitudine. Il servizio non è qualcosa che si possa imparare leggendo i libri. Nei tempi antichi si creavano gli eremitaggi con l’obiettivo di promuovere e incoraggiare l’attitudine a servire l’umanità.\\ Nel Tretā Yuga, il Signore Rāma s’impegnò in numerose opere di servizio nell’eremitaggio del saggio Vishvāmitra e, sotto la sua guida e grazie a tali attività, Egli manifestò la Sua Divinità. Nello Dvāpara Yuga il Signore Krishna e Suo fratello maggiore Balarāma, mentre perfezionavano la loro educazione nell’āshram del Guru Sāndīpani, gli resero numerosi servizi come tagliare la legna da ardere portandola fuori dalla foresta. Attraverso il servizio sbocciò la loro Divinità. \\ Attualmente gli uomini hanno dimenticato il valore delle opere umanitarie, umili e altruistiche; sono innamorati solo della ricchezza e dei possedimenti e hanno abbandonato l’abitudine al duro lavoro; hanno dimenticato anche il vero scopo della nascita umana e si lasciano sfuggire l’opportunità di servire la società, che è invero un dono divino concesso all’umanità. Nel passato, chi prendeva parte alla vita dell’āshram come discepolo, nei primi anni doveva impegnarsi in lavori di servizio, come prendersi cura delle piante e tenere pulita l’area dell’eremitaggio. Solo dopo aver fatto questo periodo di tirocinio, il giovane discepolo poteva ricevere dal Maestro l’insegnamento spirituale. [7] Qual è il significato di tale percorso che passava attraverso il servizio? Era indispensabile sottoporre i nuovi allievi a questa disciplina per indurli a liberarsi dell’ego e a praticare la contemplazione del Sé. Finché una persona è posseduta dall’ego, non può scorgere il Principio Divino; non è possibile ottenere l’esperienza della Realtà Atmica con la semplice ripetizione di parole, come fa un pappagallo: ci vuole anche la dedizione e lo sforzo.\\ Occorre impegnarsi nel servizio alla società e al proprio Paese con risolutezza e spirito di sacrificio, rinunciando ai frutti delle azioni compiute. Nei tempi antichi, negli eremi s’incoraggiavano i discepoli a sviluppare lo spirito del servizio; oggi invece il servizio si è degradato in ostentazione e mira solo a raggiungere potere e prestigio. \\ In passato, negli āshram si svolgeva il servizio disinteressato con grande senso di sacrificio; oggi invece quelle scuole vediche si sono trasformate in scuole ordinarie che impartiscono un’istruzione secolare, mentre il servizio che svolgono è solo artificiale e meschino. [8] Naturalmente, tra le varie attività svolte nel mondo, il servizio prestato dai medici occupa il primo posto. Il loro servizio è sacro, davvero divino. Per questo si afferma: Vaidyo Nārāyano Harih, che significa che i medici sono veramente l’incarnazione del Divino. Pertanto, ci si aspetta che essi coltivino le nobili virtù dell’amore e della compassione e rendano servizio ai loro pazienti con vero spirito di sacrificio. \\ Se i medici visitano i pazienti con un cuore puro, un viso sorridente e parlano loro dolcemente e amorevolmente, metà delle loro malattie verranno guarite così. La massima: \\ Mana Eva Manushyānām Kāranam Bandha Mokshayoh \\ La mente soltanto è responsabile della schiavitù o della liberazione dell’uomo si applica anche in tale circostanza. Se il medico tratta il paziente con dolcezza, sollecitudine amorevole e con mente pura, ci sono buone probabilità che la malattia venga curata con rapidità. Pertanto, se volete che il paziente guarisca velocemente, usate la regola: 50% terapia e 50% amore. Ecco perché l’antica medicina indiana era chiamata ‘Ayurveda’ che significa il Veda, o Conoscenza, che conferisce Ayush, lunga vita. \\ In questo contesto il termine Veda si riferisce all’adempimento del proprio dovere in conformità con le ingiunzioni vediche. Ammalarsi ed andare dal medico per guarire è naturale nella condizione umana; tuttavia è meglio non ammalarsi, piuttosto che cercare in seguito di farsi curare. [9] Se si esaminano le origini di qualsiasi malattia, si nota chiaramente che le cause principali sono il cibo e le abitudini; perciò bisogna accertarsi che questi due componenti siano puri e ben regolati. Inoltre, è indispensabile che l’uomo tenga pulito l’ambiente in cui vive; anche gli abiti che indossa devono essere puliti. \\ Anche se non si è in grado di procurarsi cibo di grande qualità, qualsiasi alimento deve essere pulito e puro. Tutti sanno che nel luogo in cui viviamo proliferano milioni di batteri e che negli ambienti sporchi la situazione peggiora. Quei batteri penetrano nel nostro corpo e per questo motivo sono stati stabiliti precisi riti purificatori come il bagno quotidiano, il quale è necessario non solo per tenere il corpo pulito, ma anche per prevenire le malattie. \\ Se chiedete a qualcuno perché assuma un determinato farmaco, vi risponderà che lo fa per curare una certa malattia, ma questa non è la risposta completa. Un medicinale si assume per evitare ulteriori terapie mediche. Questa sarebbe la risposta giusta. \\ Analogamente, se qualcuno vi chiede perché siete nati, non dovete rispondere che è per morire. Siete nati per non rinascere più in questo mondo. La disciplina spirituale corretta è sviluppare questa ferma determinazione e impegnarsi a mantenere ‘una mente sana in un corpo sano’. [10] Qualsiasi forma di meditazione, ripetizione del Nome o canto devozionale non produrrà il risultato desiderato se trascurerete il vostro corpo e il suo benessere. Se non vi tenete in buona salute, avrete forse l’entusiasmo necessario per partecipare ai bhajan, sedervi in meditazione o far scorrere i grani del rosario? È impossibile! Questa è la ragione per cui le Organizzazioni di servizio Sathya Sai s’impegnano, con adeguate iniziative, a creare condizioni ambientali pulite e sacre in cui le persone possano vivere. In alcuni villaggi troverete che le donne, i bambini e gli anziani soffrono di numerose malattie provocate dalle condizioni antigieniche esistenti all’interno e all’esterno delle loro baracche a causa di un’inadeguata rete fognaria. \\ I volontari del Sathya Sai Sevādal devono visitare questi luoghi e pulire gli stabili e l’area circostante. Devono anche spiegare agli abitanti di quei villaggi che gli ambienti sporchi sono causa di malattie e che è necessario mantenere pulita la propria casa. In questo modo li aiuteranno a mantenere un corpo sano e forte per poi indirizzarli sul sentiero della spiritualità. Questo è il metodo corretto. [11] Incarnazioni del Divino Sé! \\ Finché siamo in vita, anche se è per un periodo breve, dobbiamo cercare di vivere gioiosamente e in buona salute. In realtà, non vi è gioia nel perenne ciclo delle nascite e delle morti (Samsāra), e lo sappiamo bene, anche se viviamo con la speranza che ci sia una certa felicità. La verità, però, è ben diversa! Il mondo è pervaso di sofferenza ed il corpo è pieno di malattie. Il Samsāra è come un letto invaso dalle cimici. C’è forse qualcuno che può godersi un buon sonno in un letto simile? Probabilmente no! Perciò un poeta ha descritto questa situazione con un tocco di umorismo: Il Signore Shiva vive sul Kailāsh,\\ il Sole e la Luna son sospesi in cielo,\\ il Signore Vishnu è adagiato nel mare;\\ non è forse per sfuggire alle cimici nel letto? Il Signore Shiva vive sul Kailāsh con la speranza che le cimici non riescano a raggiungere i ghiacciai. Allo stesso modo, il Sole e la Luna si stagliano così alti nel cielo nella speranza che le cimici non raggiungano simili altezze. Il Signore Vishnu ha scelto il mare quale Sua dimora, sperando che le cimici non entrino in acqua. Cosa significa tutto ciò? Vuol dimostrare che queste Divinità vivono al di là del Samsāra avendo trasceso i guna e sono impegnate in un servizio all’umanità puro e disinteressato. Non si deve quindi sottovalutare il significato profondo di questa piccola poesia! \\ Seguendo il loro esempio, l’uomo deve sforzarsi di ridurre gradualmente i suoi desideri.\\ Soltanto allora Nara (uomo) può diventare Nārāyana (Dio). \\ Questo è il motivo per cui si afferma: ‘Vita+desiderio=Uomo. Vita–desiderio=Dio.’ [12] Cosa intendiamo con il termine Nārāyana? In realtà, il Principio Divino è nel nostro stesso Sé; infatti si dice: Anthar Bahisca Tat sarvam vyāpya Nārāyano sthitah Nārāyana\\ Dio, pervade l’intero universo dentro, fuori, ovunque Vi ho spiegato questo principio numerose volte. Prendete come esempio il riso: finché è ricoperto dal suo involucro si chiama risone, quando questo rivestimento viene rimosso, si chiama riso; entrambi, riso e risone, contengono la stessa sostanza; tuttavia, finché resta risone continua a germogliare ovunque lo si metta, e questo fatto ci ricorda il detto: Punarapi jananam punarapi maranam\\ Ancora una volta la nascita, ancora una volta la morte Nel momento in cui eliminerete l’involucro, il risone non potrà più germogliare, neppure se lo piantate in un terreno fertile e lo annaffiate abbondantemente; quindi, per analogia, ‘non ci sarà più rinascita!’ Il Sé individuale è come il riso ed il desiderio è il rivestimento che lo ricopre. Finché continua ad esserci la pula del desiderio, l’individuo non può sfuggire al ciclo delle nascite e delle morti. Se volete sottrarvi a tale incessante carosello e conseguire l’immortalità, dovete rinunciare ai desideri e diventare ‘riso’. Poiché la vita è un lungo viaggio, dovete seguire la regola: ‘Meno bagaglio, più comodità, rendono il viaggio un piacere’. Quindi cercate di ridurre il vostro bagaglio di desideri durante il viaggio della vita. Nel linguaggio Vedantico questo è definito vairāgya o rinuncia. [13] Incarnazioni del Divino Sé! \\ La vita è sacra. Nel corso di questa sacra esistenza, l’uomo deve sforzarsi di realizzare la sua vera natura. La capacità di comprendere la propria realtà è stata conferita da Dio soltanto all’essere umano che, perciò, non deve sprecare il prezioso potere da Lui donatogli; finché vive, deve dedicare la vita al servizio del prossimo: questo è il suo dovere! L’obiettivo è l’amore, perciò egli dovrà impegnarsi a coltivare il principio dell’amore, indipendentemente da dove viva o dalla posizione sociale. Questa è vera disciplina spirituale! Se coltivate il sentimento: ‘Tutti sono miei, il Principio Divino è lo stesso in tutti’, la mente non sarà turbata se qualcuno v’insulta o ferisce.\\ Ecco un piccolo esempio: mentre mastichiamo una foglia di noce di betel è possibile che, accidentalmente, un dente morda la lingua e ne esca un po’ di sangue. Ma in questo caso, puniamo forse il dente per aver causato dolore alla lingua? No, non lo faremmo mai! Il motivo è che entrambi, sia il dente sia la lingua, sono parti del nostro corpo, pertanto sopportiamo l’occasionale incidente. Così, se acquisite il sentimento che il Principio Divino è il medesimo in ogni individuo, non cercherete d’insultare o di ferire gli altri. Sforzatevi di conseguire tale apertura mentale e tale larghezza di vedute! Certamente questa disciplina è difficile, ma dovete fare lo sforzo e soltanto l’amore ne può essere la base; coltivate quindi l’amore sacro ed altruistico. (da: La mente e i suoi misteri - Ed. Mother Sai Publications)