19760927 - 27 settembre **Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba** =====Coltivate pensieri e sentimenti buoni===== Finché non ci si libera della pigrizia e del sonno (tamas) non si può realizzare la Verità;\\ finché non ci si libera dell’azione passionale (rajas) non si può conseguire la devozione;\\ solo attraverso la serena equanimità (sattva) si può ottenere la devozione.\\ Questa è la Verità rivelata.\\ (Versi Telugu) [1] Incarnazioni del Sacro Sé!\\ Qualsiasi cosa la mente contempli, i corrispondenti impulsi mentali saranno conservati nel cuore sotto forma di Vāsanā, tendenze o propensioni mentali. Questa è l’esperienza di ogni essere umano, il quale è unico nella creazione di Dio. I pensieri, i sentimenti e gli impulsi del presente costituiscono la base per il futuro di un essere umano. Pertanto, se l’uomo in futuro vorrà condurre una vita piena di pace e serenità, deve coltivare adesso pensieri, sentimenti e impulsi buoni. A tempo debito, questi si trasformeranno in un possente albero di contemplazione e produrranno abbondanti frutti. \\ Sfortunatamente oggi l’uomo, invece di cercare i propri difetti, è abile nel trovare quelli altrui. È indice d’ignoranza pensare di poter essere salvati e protetti da un altro essere umano seguendolo ed imitandolo; bisogna comprendere che un frutto non ancora maturo non è in grado di sostenerne un altro. Pensare così è davvero insensato. In realtà, è l’albero che sostiene tutti i frutti ancora acerbi: sforzatevi di comprendere questa verità! L’essere umano, dopo tutto, è come un frutto immaturo; è l’albero del Potere Divino che sostiene tutti i frutti, cioè gli esseri umani. [2] Il grande poema Bhāgavata occupa un posto molto importante nella storia dell’India. L’autore di questo mirabile poema in Telugu, Potana, dedicò la sua opera a Dio stesso ed in tal modo santificò la sua vita. Egli subì numerose difficoltà e soffrì per la mancanza di cibo e vestiario, tuttavia trascorse il suo tempo gioiosamente pregando ed adorando in tutti i modi la sua Divinità prediletta, il Signore Rāma. Le sue opere poetiche sono d’immenso valore e di profonda religiosità; infatti Potana fu un illustre poeta. Suo cognato, insieme ad un altro famoso poeta, Śrīnatha, avevano l’errata impressione che Potana stesse sprecando la sua pregevole poesia in quanto non la usava per acquisire ricchezza; un giorno gli diedero un consiglio: “Oh, Potana, stai sprecando la tua stimata arte poetica. Potresti dedicare le tue mirabili opere a qualche re e condurre una vita felice con la ricchezza che ti donerebbe. In tal modo potresti vivere con la tua famiglia nel lusso. Dedica quindi fin d’ora la tua poesia a qualche illustre sovrano.” Sapete cosa rispose Potana? La sua risposta fu grandiosa, sacra ed ideale! Egli recitò la seguente poesia in Telugu:\\ Come posso offrire a re malvagi la mia pura arte poetica, delicata e fresca come il germoglio di un dolce albero di mango, e vivere del cibo contaminato da loro offerto? \\ Per un vero poeta considero più appropriata la vita pia e devota del contadino che vive dei frutti del suo duro lavoro nei campi.\\ Oppure è meglio sostentare sé stessi, moglie e figli con le radici e i tuberi della foresta. [3] Egli poi aggiunse: “Pensate forse che un comune mortale come il re ci proteggerà dalla miseria? No, questo non accadrà mai! Il Signore Rāma, l’Incarnazione del Divino Sé, è l’Unico che proteggerà tutti gli esseri viventi, e quindi anche me. Non vivrò dell’elemosina di re e di imperatori che profanano la poesia sacra, la quale non è altro che l’Incarnazione della Dea Sarasvatī. Qualsiasi cosa avvenga, dedicherò quest’opera santa soltanto al Signore Śrī Rāma!” In tal modo Potana dimostrò di essere un’anima grande e nobile che dedicava pensieri, parole ed azioni solo al Sé Supremo. L’intera sua vita fu dedicata solo a Dio ed a nessun altro. [4] Un altro devoto che aveva una devozione incrollabile solo per Dio e per nessun altro è Goparāju. Anch’egli era un devoto del Signore Śrī Rāma e si arrese completamente ai Suoi Piedi di Loto. Il suo nome completo era Kancharla Gopanna. Egli lavorava come funzionario delle imposte sotto il governo del re Tanisha e dedicò tutto il suo operato al Signore Śrī Rāma. Qualunque attività svolgesse, Goparāju era costantemente in contemplazione del Signore perché aveva fermamente deciso di dedicare la vita al Suo servizio e non all’appagamento dei desideri egoistici. Tale era il suo obiettivo! \\ Nonostante le numerose tribolazioni e le sofferenze fisiche a cui fu sottoposto quando fu messo in prigione per presunta appropriazione indebita di fondi provenienti dalle riscossioni fiscali, egli continuò a contemplare il Signore Rāma. Alla fine il Signore Rāma si presentò al re Tanisha e pagò l’importo richiesto per conto di Gopanna, così lo liberò da ogni accusa e da ogni sofferenza. La sacra vita di Gopanna, totalmente dedita al Signore, è un grande esempio della verità che il Signore Rāma soccorre e protegge sempre il devoto che si arrende totalmente a Lui. [5] Il terzo esempio di resa totale al Signore Rāma è quello del Santo Tyāgarāja. Anch’egli dedicò sé stesso, i suoi pensieri, parole ed azioni al Signore Rāma e trascorse la sua vita cantando costantemente la Sua gloria. Non gli importò nulla delle immense ricchezze che gli furono offerte da un re, ma che egli rifiutò perché insignificanti se paragonate alla ricchezza della grazia riversata su di lui dal Signore Rāma. Egli indagò profondamente dentro di sé: “Oh, mente, dimmi la verità! Che cosa mi conferisce maggiore felicità: la ricchezza o la Divina Presenza del Signore Rāma?” [6] Quale fu l’elemento preponderante grazie al quale questi tre devoti riuscirono a realizzare un’incondizionata resa a Dio? Senza dubbio fu la mente. Il mondo intero dipende dalla mente! Senza la mente, il mondo non esiste affatto! È indispensabile, quindi, che ogni individuo si sforzi d’indirizzare la mente nella giusta direzione e di fare esperienza della Divinità in tutte le attività svolte, onde santificare la propria esistenza come essere umano. Quella stessa mente, se prende la strada sbagliata, può creare grande scompiglio e può far precipitare la natura umana nell’abisso più profondo. \\ Un’altra caratteristica della mente è cercare i difetti degli altri ignorando i loro meriti. Ma chi è veramente idoneo a cercare gli errori altrui? Solo colui che in sé non ha alcun difetto o colpa. Chi invece è in errore, non è qualificato a scoprire le debolezze degli altri. In realtà, chi è senza difetti e ha un carattere ineccepibile non tenterà mai d’individuare gli errori altrui. Un aspirante spirituale ha innanzi tutto il dovere di eliminare le proprie manchevolezze. [7] Riusciremmo a dormire con serenità se un serpente s’introducesse furtivamente nella nostra camera da letto? No! Faremmo tutto il possibile per allontanarlo, catturarlo o ucciderlo, in caso contrario non riusciremmo a riposare. Oggi, invece, l’uomo vuole godere di un buon sonno benché i serpenti velenosi dei desideri abbiano fatto le loro tane nel suo cuore e vi abbiano proliferato. Lo scopo principale della nostra disciplina spirituale è di far venire fuori questi serpenti velenosi e di eliminarli dal cuore; finché vi rimarranno, non avremo pace mentale e non saremo felici, né ci sentiremo motivati a percorrere il sentiero spirituale. [8] Incarnazioni del Divino Sé! \\ La vita umana è in sé una grande meraviglia! Noi facciamo quello che sappiamo essere sbagliato e non mettiamo in pratica quello che sappiamo essere giusto. Non siamo disposti ad accogliere il frutto delle nostre azioni peccaminose ma continuiamo a commetterle. Vorremmo godere i frutti di azioni meritevoli ma non siamo affatto inclini a compierle. Desideriamo una cosa ma facciamo di tutto per acquisirne un’altra. Che garanzia avremo di ottenere un buon risultato in una situazione del genere? È quindi nostro dovere metterci tutto l’impegno necessario per raggiungere l’obiettivo desiderato, ma per conseguirlo dobbiamo educare la mente in modo appropriato. [9] Per quale motivo siamo nati in questo mondo? Siamo nati soltanto per non rinascere più, tuttavia non stiamo facendo alcuno sforzo per comprendere il segreto della nostra nascita. Si afferma:\\ Anthunām Nara janma Durlabham \\ Di tutte le forme di vita, la nascita umana è la più rara da ottenere Solo se sapremo cogliere il significato e l’importanza di tale affermazione e se comprenderemo che la nascita umana è un raro dono di Dio, conferitoci per i meriti accumulati in innumerevoli vite precedenti, potremo rendere sacra la nostra vita di esseri umani. Mangiare, bere e divertirsi – è questa l’essenza e lo scopo della vita umana? Mangiare, bere, dormire e morire – è questo lo scopo della nostra esistenza? Certamente no! Perché siamo nati in questo mondo? Perché viviamo? E a quale scopo desideriamo la sacra liberazione? Su questi temi dobbiamo interrogarci, almeno in una certa misura; tuttavia per poter svolgere un’indagine accurata, la mente dovrà essere adeguatamente educata ed essere assorta in pensieri sacri. Dobbiamo riconoscere la verità che la mente è responsabile sia delle azioni buone sia di quelle cattive, e ciò deve essere chiaro senza la minima ombra di dubbio; quindi sforziamoci di mantenere la mente occupata nella contemplazione di Dio, di servire la società in modo sacro ed altruistico e di tenere una condotta irreprensibile!\\ Forse non saremo in grado di praticare i principi esposti nelle scritture, nei poemi epici e nelle leggende mitologiche, forse non sapremo eseguire i sacri riti stabiliti dai Veda, ma dobbiamo comprendere le caratteristiche della mente e condurre una vita retta. Durante questi dieci giorni, analizzeremo la natura della mente ed i suoi aspetti chiave, il suo mistero ed il suo scopo, e cercheremo di dipanare l’enigma che sta dietro il suo duplice ruolo. [10] Incarnazioni del Divino Sé! \\ Dobbiamo sforzarci di tenere la mente sotto controllo in modo che non sia turbata da emozioni ed agitazioni ma rimanga calma e stabile. Qualunque siano le difficoltà, le perdite, le maldicenze e le ostilità che s’incontrano, non dobbiamo perdere l’equilibrio mentale. Non lasciamoci scombussolare inutilmente perché questi sono solo riflessi della mente. Se tali condizioni dovessero verificarsi, consideriamoci semplici testimoni e non lasciamoci sopraffare dalle ansietà mentali. La causa delle emozioni e degli impulsi mentali è Apekshā, l’aspettativa o il desiderio per gli oggetti dei sensi. Come vi ho già spiegato ieri, Apekshā ci spinge verso il basso, mentre Upekshā (distacco dai desideri sensoriali) ci eleva ad uno stato superiore di coscienza. Dobbiamo quindi raggiungere un livello in cui trascendere entrambi questi aspetti. [11] Per comprendere la natura della mente dobbiamo sapere che essa si basa sui Sankalpa. Dobbiamo pertanto controllarla affinché non si smarrisca e prenda una strada sbagliata o commetta l’errore di criticare gli altri. Bisogna comprendere che non v’è peccato più grande del condannare gli altri e cercare i loro errori. Se lo facciamo, stiamo in realtà accumulando ancor più peccati e sprecando la nostra preziosa esistenza. Pertanto, l’aspirante spirituale che vuole condurre una vita pia e devota deve desistere dal criticare gli altri e sforzarsi di coltivare una visione sacra e pura. Purtroppo, non siamo in grado di comprendere la vera natura della mente pur avendo praticato la disciplina spirituale per tanti anni, partecipato a molti Satsang e svolto numerose attività di servizio sociale. Finché non sapremo comprendere la natura della mente, le pratiche spirituali o i rituali non ci aiuteranno ad ottenere la pace mentale, la calma, la purezza della coscienza o a formulare pensieri sacri. È impossibile conseguire la purezza interiore per mezzo di attività esteriori. Se non acquisiamo la fiducia in noi stessi e la purezza della coscienza, i nostri sforzi non riscuoteranno alcun successo. Prima di tutto dobbiamo acquisire fede in Dio e fiducia in noi stessi; solo allora riusciremo ad ottenere la purezza della coscienza. Dopo aver conseguito tale purificazione, acquisiremo anche la devozione. Dobbiamo smettere d’interferire negli affari degli altri, anzi dobbiamo aiutarli il più possibile senza criticarli o cercarne i difetti. Il dovere più importante di un aspirante spirituale è ripulire completamente la mente dalle impurità accumulate. [12] C’è un’unica mente in tutti gli esseri umani, anche se i loro pensieri, parole e azioni sono differenti. La mente è incline a rincorrere le cose in varie direzioni. Riuscire a concentrare la mente, così mutevole e instabile, su un unico pensiero, sentimento ed obiettivo è meditazione.\\ Se analizziamo con attenzione il Principio di unità nella diversità e di diversità nell’unità, ci sarà chiaro che non si tratta solo di uno slogan, bensì di un fenomeno naturale e sacro della creazione di Dio. Riflettere su questo Principio di unità è lo scopo della meditazione. Non dobbiamo permettere che Ahamkāra, l’ego, penetri nella nostra mente. Il Principio di Aham, dell’«Io», esiste tuttavia in ogni individuo ed è eterno e puro, è l’Incarnazione della Verità. L’ego invece è transitorio, va e viene, quindi non dobbiamo attribuire troppa importanza a questo ego temporaneo; dobbiamo assegnare invece grande valore all’eterno Principio dell’«Io». Se sapremo comprendere che il Principio dell’«Io» in ogni individuo è uno ed il medesimo, il senso dell’ego non avrà la possibilità di radicarsi. Un tale ego è fastidioso e problematico e non potrà mai conferirci felicità. \\ L’obiettivo essenziale della disciplina spirituale è tenere la mente sotto controllo e incanalarla nella giusta direzione, in modo da riuscire a realizzare la vera natura dell’«Io». Sia che si tratti di attaccamento ai piaceri sensoriali, di distacco o del proprio sostentamento, in qualsiasi campo siano diretti i nostri sforzi, la qualità della mente svolge un ruolo determinante. Ogni individuo ha quindi il dovere di capire la natura e le caratteristiche della propria mente per cercare di sottometterne le agitazioni. [13] Sono entusiasta e desideroso di spiegarvi le qualità della mente in questi dieci giorni per cercare così di mettere un po’ d’ordine. Propongo quindi di tenere discorsi su questo tema per suscitare in voi un’attitudine positiva, tollerante e di larghe vedute. Di solito si pensa che sia necessario saperne di più su come realizzare Dio, come ottenere la Sua grazia e la liberazione o su argomenti simili; ma non è vero! Quello che vi serve conoscere sono i misteri della mente. Se riuscirete a dipanarli, la liberazione e la realizzazione di Dio verranno a voi automaticamente. (da: La mente e i suoi misteri - Ed. Mother Sai Publications)