19690726 - 26 luglio

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Casa e abitazione

[1] Il vostro Vice Preside Gokak, secondo il suo desiderio, ha parlato in lingua Kannada in modo molto avvincente poiché egli è poeta e scrittore in tale lingua. Vi parlerò anch’Io in Kannada, sebbene generalmente a questi raduni parli solo in Telugu. Fate attenzione, però, alla sostanza più che allo stile, in quanto vi parlerò di discipline spirituali che vi possono garantire benefici permanenti. La cultura indiana si è propagata in tutto il mondo poiché ha il potere di correggere e canalizzare le emozioni e le motivazioni umane orientandole verso percorsi sani e fecondi. Essa è sacra, fondamentale e può infondere pace e gioia nel cuore di tutti; tenta di radicarsi nella vita attraverso le madri e i bambini che esse tengono in grembo. Le donne sono le sue custodi e sostenitrici, mentre gli uomini svolgono solo un ruolo secondario. Voi giovani studentesse, che sarete a capo delle donne nei giorni futuri e sarete gli esempi che tutte le donne vorranno emulare, dovete comprendere e praticare questa cultura in modo tale che possa preservarsi e fiorire. La propensione ad acquisire un’educazione è ora molto evidente fra le figlie della nazione, e su di loro si possono quindi investire grandi speranze in questa fase di ricostruzione. L’educazione deve essere per la vita e non per guadagnarsi da vivere. Attraverso i secoli, nella storia dell’India, le donne hanno dato prova di possedere il coraggio, l’intuizione e l’intelligenza necessaria per immergersi nel profondo della scienza spirituale e della disciplina. Maitrey, Mīra, Gārgī, Sulabha, Choodala, Mahādevi, Andal, sono esempi inestimabili di donne eroiche che si sono avventurate lungo il cammino spirituale per giungere al regno della realizzazione di Dio.

[2] Le donne sono state esaltate sia nelle Scritture antiche sia nella poesia classica come le dee della prosperità della casa. La donna è Dharmapatni, la compagna del marito nelle virtù, nell’adempimento dei doveri e dei diritti della vita coniugale. Mentre apprendete materie d’economia domestica, imparerete anche l’arte di rendere la casa felice, piena d’armonia e di salute, nonché ad allontanarvi dall’odio, dalla malizia, dalla cupidigia, dalla rabbia, dall’ansia, dall’orgoglio e da altri impedimenti che ostacolano la pace interiore. Non è sufficiente che il bilancio familiare sia in pareggio; la moglie e futura madre deve apprendere l’arte di un’equilibrata visione della vita, che non sia influenzata da successi o problemi, da guadagni o perdite, da vittorie o sconfitte. Si può ottenere un simile equilibrio solo affidandosi a Dio e avendo fede nella Divinità interiore.

[3] Tyāgarāja cantò in versi il dilemma che tutti devono affrontare quando si trovano davanti alla ricchezza da un lato e alla Realtà interiore di Dio dall’altro. Egli rifiutò la ricchezza e cercò invece la Realtà. Dovete prestare attenzione ad esercitare una disciplina: il controllo dei sensi. Se lasciate loro via libera, questi vi trascineranno alla rovina. L’educazione vi deve consentire di avere la padronanza dei vostri talenti, che sono gli strumenti per acquisire la conoscenza. Gli occhi, le orecchie e la lingua sono come cavalli selvaggi che non hanno il morso fra i denti. Imparate l’arte della meditazione con cui vi sarà possibile controllare i sensi e dirigere la volontà all’interno per dominare i sentimenti e le emozioni. Una nazione che non metta la briglia alla sensualità non potrà assolutamente progredire né sopravvivere.

[4] Voi sapete già tutto della cosiddetta ‘Scienza domestica’, ma cos’è una casa? In cosa differisce da un’abitazione? La casa è piena d’amore, con il sacrificio che l’amore comporta, la gioia che l’amore irradia e la pace che l’amore dispensa. La struttura di cemento e mattoni, l’abitazione nella quale trascorrono la vita i genitori ed i figli non è la casa; i figli non la desiderano ed i genitori non vi trovano pace. Molte donne istruite hanno trasformato la casa in un albergo, con il cuoco, il giardiniere, i domestici, la bambinaia e l’autista, i quali buttano all’aria tutto quanto! La padrona di casa è solo una bambola sfavillante che sfreccia da una stanza all’altra e spesso è una palla al piede del marito; lei se lo trascina dietro e lo comanda a bacchetta provocandogli grande sconforto. Questo tipo di donna passa il tempo a spendere soldi in cose che colpiscono la sua stravagante fantasia per mantenere alta l’apparenza sociale, e spreca le giornate poltrendo pigramente e curandosi per malattie immaginarie. Così facendo diventa un fardello per il marito e per i figli. Il centro di ogni casa deve essere la stanza delle preghiere; la fragranza dei fiori e dell’incenso deve diffondersi in tutto l’ambiente purificandolo. La madre deve dare l’esempio rendendo la stanza delle preghiere il cuore della vita familiare; deve far osservare ai figli le regole inerenti all’igiene personale, all’umiltà, all’ospitalità, alle buone maniere e alle attività di servizio. Deve persuadere i figli con l’esempio e con l’insegnamento a riverire gli anziani ed a dedicare un po’ di tempo, sia il mattino sia la sera, alla preghiera e alla meditazione silenziosa. La stanza delle preghiere deve essere mantenuta pulita e sacra. Si devono osservare le festività religiose in modo che il loro significato rimanga impresso nelle giovani menti. Per quanto egocentrico ed arrogante possa essere il marito, se ci si attiene scrupolosamente agli orari adorando Dio come il fulcro di tutta la famiglia, l’uomo sarà indotto a capire come una casa che ruoti intorno a Dio sia colma di pace e gioia, ed in breve anch’egli verrà coinvolto e sarà un devoto fedele.

[5] Nei primi anni di vita, è la madre che si deve prendere cura dei figli poiché, se si lasciano i bimbi in mano ai domestici o alle bambinaie, apprenderanno le loro abitudini di vita e di linguaggio e, quando questi moriranno, piangeranno solo per la loro morte e non per quella della madre! Questo accadrà perché il bimbo amerà di più la bambinaia della mamma, la quale l’ha spinto nelle mani di altri come se fosse un fastidio! La madre deve cucinare per la famiglia, in quanto il cibo preparato con amore e servito con un sorriso è molto più nutriente e rinvigorente di quello cucinato da una cuoca stipendiata e servito da un aiutante malcontento e indocile! Sono contento che nel vostro programma di studi figurino cucina e nutrizione; sento anche da questo palco il profumo di alcuni piatti in preparazione nei vostri laboratori. Devo ammettere che la vostra abilità culinaria è notevole. Gli ingredienti di un piatto saporito attirano i sensi e li solleticano, non c’è dubbio, ma spero che apprendiate anche la distinzione fra cibi sattvici, rajasici e tamasici, e l’effetto che questi esercitano sul carattere. La mente è la chiave della salute e della felicità, e quindi bisogna scegliere dei cibi che non la influenzino in modo avverso o nocivo. Per mantenere la mente sana ed equilibrata, oltre al cibo sattvico bisogna somministrarle una dieta speciale costituita da meditazione, preghiera e recitazione del Nome di Dio.

[6] Nella casa, la madre ha una condizione d’autorità, ma oggi anche le scuole come questa cercano di preparare le ragazze solo ad essere delle mogli e non delle madri. Quello che si studia qui è solo la casa in cui la moglie regna, e non la casa in cui la madre diffonde il suo amore e modella il futuro del Paese e della sua cultura! Fate in modo che i bambini, anche i figli e le figlie più grandi, tocchino i piedi dei genitori tutte le mattine prima di cominciare i loro compiti quotidiani: questo creerà un’atmosfera reverenziale nella casa. La routine giornaliera deve comprendere cinque minuti nella stanza delle preghiere e la prostrazione davanti ai genitori. Le Upanishad lo raccomandano come requisito fondamentale della nostra cultura.

Mathru devo bhava, Pitru devo bhava, Āchārya devo bhava
Onora la madre come Dio, onora il padre come Dio, onora l’insegnante come Dio

La casa è un tempio nel quale la famiglia è nutrita e accudita e di cui ogni componente è sua volta un tempio mobile. La madre è il sommo sacerdote in questa casa di Dio. L’umiltà è l’incenso di cui la casa è satura; la riverenza è la lampada che vi è accesa, il cui olio è l’amore e lo stoppino è la fede. Trascorrete gli anni della vostra vita dedicandoli a questo culto nella casa in cui vi troverete.
Vi benedico affinché, attraverso la vostra fede e forza, in questo Paese possano aumentare la devozione e la dedizione.

Istituto Superiore di Economia Domestica, Bangalore, 26.07.1969