19691012 - 12 ottobre

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Una barca per navigare

[1] A molti potrà apparire strano che in questa dimora di beatitudine esista un ospedale, e si domanderanno come mai si dia importanza alla salute del corpo in un luogo dedicato alla salute dello spirito; tuttavia per conseguire i quattro obiettivi dell’esistenza umana, ovvero la rettitudine (Dharma), la prosperità (Artha), la realizzazione dei desideri (Kāma) e la liberazione dai legami (Moksha), il primo requisito è la salute del corpo e della mente. La malattia rende ansiosi, irrequieti, turba l’umore e l’equilibrio influenzando le condizioni fisiche e mentali. Questo avviene per due ragioni: cibo inadeguato ed attività sbagliate. È cosa saggia prevenire la malattia piuttosto che ricorrere ai medicinali dopo che si è presentata o aggravata. L’uomo non prende misure precauzionali, lascia che le cose peggiorino, così la malattia si acutizza a causa della paura, dell’incertezza e dell’ansia. C’è un detto in cui credevano i nostri avi: “Un pasto al giorno fa di un uomo un saggio, due pasti al giorno ne fanno un gaudente, tre pasti al giorno ne fanno un ammalato.” Nel primo caso l’uomo è soddisfatto di vivere centrato su Dio, nel secondo è dedito ai piaceri sensoriali, nel terzo è tormentato dalle malattie.

[2] La quantità di cibo assunto oggi dalle persone benestanti va ben oltre il loro fabbisogno, perché mangiare più del necessario è diventato una moda. La colazione non serve a rompere un digiuno perché non c’è mai stato, anzi equivale ad un pasto completo. Il pranzo consiste di molte portate, scelte per appagare il palato piuttosto che la fame. Il tè del pomeriggio lo è solo di nome perché offre vivande sostanziose, eccessive per le necessità del corpo. La cena è il pasto più ricco e comprende una molteplicità di piatti, così uno va a coricarsi appesantito dal cibo eccessivo e continua a rigirarsi nel letto nel vano tentativo di godere di qualche minuto di sonno. La scarsità di cereali è principalmente dovuta ad abitudini alimentari sbagliate e smodate; si potrebbe risolverla e la gente potrebbe vivere più a lungo ed in modo più salutare se solo mangiasse il minimo invece di rimpinzarsi al massimo.

[3] Preghiere regolari due volte al giorno conferiranno forza e coraggio e contribuiranno a resistere alle malattie. La grazia di Dio concederà pace mentale e quindi un buon sonno, riposo e quiete alla mente. Pensate di dipendere da Dio al cento per cento. Egli si prenderà cura di voi e vi salverà dal male e da ogni danno. Quando andate a coricarvi, offritegli un grato ringraziamento per avervi guidato e salvaguardato durante la giornata. Se un vostro amico vi offre una sigaretta o un bicchiere di acqua voi dite subito ‘grazie’. Quanta più gratitudine dovreste mostrare al Signore che vi sorveglia ed allontana il male che minaccia di travolgervi. Tutte le attività devono essere offerte a Dio, il Sommo Bene, ed Egli provvederà alla salute del corpo e della mente. Il corpo è un cocchio, in cui Dio è insediato e portato in processione. Ora consideriamo alcuni punti sui quali dobbiamo essere vigili per evitare delle avarie durante il percorso. Digiunate un giorno alla settimana: sarà un bene per il corpo come pure per la nazione. Non mangiate una dozzina di banane, mezza dozzina di Puri e non bevete un quarto di latte per definirlo poi un digiuno! Assumete solo acqua, in modo che tutte le impurità siano lavate via. Non bevete succhi di frutta o altre bevande. Anche alle macchine bisogna dare un po’ di riposo, non possono essere continuamente in funzione. Cosa dovremmo dire allora di questo corpo umano concepito in modo così delicato e complesso? Non è un segno di cultura sopravvalutare il corpo cedendo a tutti i suoi desideri: è piuttosto un segno di barbarie.

[4] Le vecchie generazioni di questo Paese, come prima colazione, mangiavano un po’ di riso inzuppato nello yogurt, che è un buon cibo sattvico; oppure consumavano una zuppa di farina di cereali che è altrettanto buona. Le bestie sono migliori dell’uomo ed i cani hanno abitudini alimentari più sane; se un cane ha la febbre, rifiuterà di mangiare, mentre l’uomo ignora persino i consigli del medico e mangia di nascosto! Egli vive di compresse e d’iniezioni perché si avventura in piaceri culinari rischiosi. Bevete abbondanti quantità di acqua bollita e raffreddata, non durante i pasti ma un po’ prima e dopo. Solo una persona in buona salute può permettersi di dimenticare il corpo e dedicare i suoi pensieri a Dio, ottenendo così la beatitudine. La mente è l’undicesimo senso e, come gli altri dieci, bisogna renderla uno strumento ubbidiente nelle mani dell’intelletto. Mangiate ad intervalli regolari, seguendo orari ben stabiliti. Fate del movimento e riempite la giornata di lavoro, in modo che il cibo venga ben digerito. Prima di mettervi a tavola aspettate di sentire gli stimoli della fame. Oggi molti non sanno neanche cosa vuol dire aver fame o sete. Attendete che lo stomaco si faccia sentire prima di caricarlo nuovamente. Le persone ricche, a questo riguardo, sono molto svantaggiate, mentre le donne sono così viziate da ritenere degradante il lavoro fisico!

[5] La malattia è la conseguenza inevitabile dell’inerzia e dei vizi che uno si concede, mentre la salute è il risultato di una vita attiva e dura. Se tutti decidessero di svolgere da soli i propri servizi personali invece di dipendere da servitori od aiutanti, la loro salute migliorerebbe e gli ospedali avrebbero meno lavoro. Mantenere la mente fissa su Dio e su pensieri buoni aiuta anche la salute; tenete l’occhio, l’orecchio, la lingua, le mani ed i piedi sotto controllo ed applicate la moderazione. Non leggete storie snervanti o eccitanti ed evitate di andare a vedere film che logorano o infiammano la mente. Non perdete la fiducia in voi stessi: siete il Divino racchiuso nel corpo. L’accontentarsi è il tonico migliore. Perché farvi del male con la malattia della cupidigia e poi assumere tonici per trovare la forza di nutrire ancora altri desideri? Utilizzate il corpo come una barca per attraversare l’oceano dell’esistenza con i remi della devozione e del distacco. Non spendete troppi pensieri per il corpo; certa gente si preoccupa continuamente della propria salute e non è mai soddisfatta delle cure che dedica al proprio corpo. State al sole, lasciate che i suoi raggi penetrino nelle vostre case e inondino il vostro corpo per qualche tempo; fate in modo che il sole riscaldi ed illumini i vostri abiti ed il cibo, che verranno così soffusi di salute.

[6] Alcuni rimangono meravigliati nel vedere qui un ospedale perché pensano che in questo luogo tutto debba avvenire miracolosamente o in qualche modo inspiegabile; ciò implica anche che nessuna persona venuta qui debba ammalarsi o morire. Io non desidero che voi viviate, né temo che moriate. Siete voi che scegliete la vostra condizione. In ogni caso tutti devono morire, prima o poi. Nessuno è desideroso di portare lo stesso abito per anni e anni. La morte non è altro che gettare via un vecchio abito. Se perfino gli Avatār abbandonano il corpo dopo aver adempiuto la Loro missione, come può l’uomo essere salvato dalla fine inevitabile? L’ospedale è per coloro che credono nei medici e nei farmaci. È la fede che conta, che guarisce. L’ospedale serve anche ad ospitare coloro che sono troppo malati per potersi muovere, ma che vengono qui per essere curati. Inoltre i pazienti ricoverati nell’ospedale hanno l’opportunità di ascoltare il canto dell’OM, i canti devozionali durante la processione del mattino ed i bhajan, perciò trarranno beneficio dalle vibrazioni spirituali che saturano l’aria di Prashānti Nilayam.

Prashānti Nilayam, 12.10.1969