20011118 - 18 novembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

LA RICCHEZZA DELL’UMILTÀ

“Perchè l'eccessiva ricchezza, che fa palpitare il cuore?
È meglio un salario basso, che costringa al controllo dei desideri.
Su questa terra, vincolata al dualismo,
non esistono né la felicità completa, né la totale tristezza”.

Incarnazioni dell'Amore!
Secondo la tradizione di Prashânthi Nilayam, non commemoriamo gli anniversari. È singolare che proprio oggi ci troviamo qui a celebrare l'anniversario del “Chaitanya Jyoti”.

“La città attraverso la quale scorre e si fa strada il fiume Chitravati;
la città di lieto auspicio, che è circondata da alberi di mango della migliore qualità;
la città in cui Shiva e Pârvâti stanno di guardia, controllando senza sosta le quattro direzioni;
la città nel cui centro (riferito al Tempio di Gopâla - N.d.T.)
Mâdhava (il Signore dell’universo) , autore di grandiosi miracoli, ha preso dimora;
la città nei cui dintorni si trova la grande e stabile cisterna
(riferito alla cisterna di Bukkapatnam - N.d.T.);
il luogo che fruttò fama perenne nel Paese al re Bukkaraya;
tutto questo è la città di Chaitanya, la cui fama non può essere abbastanza decantata”.

C'è solo Chaitanya

Incarnazioni dell'Amore!
Il nome “Chaitanya Jyoti” (Luce della Coscienza Divina), che è stato assegnato a questo edificio, non indica niente di nuovo. Infatti Chaitanya (la Coscienza Divina) pervade tutto. C'è solo Chaitanya nei tre mondi (in paradiso, sulla terra e negli inferi), nei tre attributi (sattva, rajas e tamas) e nelle tre dimensioni di tempo (il passato, il presente e il futuro). Com'è buffo usare l'espressione “pieno di Chaitanya”, visto che Chaitanya pervade già tutto!

Chaitanya pervadeva già tutto prima ancora che qualsiasi essere vivente comparisse a questo mondo, prima di qualsiasi creazione e prima che prendessero forma le strutture di Vaikuntha (la dimora del Signore Vishnu), di Kailâsa (la dimora del Signore Shiva) e di Svarga (il paradiso).

Questo mondo è la forma dei cinque elementi. È la Chaitanya dei cinque elementi che lo rappresenta: la forma dei cinque elementi quindi è Chaitanya.

Spazio

Il primo dei cinque elementi, e anche il più importante, è lo spazio. Da questo spazio tutto è emerso come Shabda Brahma (Dio in forma di suono - N.d.T.). L'attributo dello spazio è quindi Shabda Brahma. Tutto ha avuto origine da quel suono. La forma della risoluzione di quel suono è il Pranava, che viene chiamato Om o Aum. La prima cosa sorta dallo spazio fu il Pranava, e da esso, il suono primevo, tutto ebbe inizio. Successivamente, esso generò nella creazione ogni sorta di divisioni.

Molti ragazzi suonano l'armonium. Esso viene riempito dall'aria, che è una, ma molti suoni diversi fuoriescono al tocco dei tasti. A questi suoni è stato dato il nome di “suoni alterni”. L'Omkâra (Om) è anche alla base di questi: tutti i suoni, infatti, hanno origine dall'Omkâra.

Vento

Il secondo elemento ad aver avuto origine dallo spazio è il vento. Anch'esso è una forma di Dio. Il vento è una forma di Dio esattamente come lo è il suono. Tutte le forme di vita hanno avuto origine dal vento originale. La vita senza il vento non esisterebbe. Quindi, tutti gli esseri viventi sono stati originati dal vento.

Fuoco

Il terzo elemento è il fuoco. Per nessuna forma di vita sarebbe possibile continuare a esistere in mancanza del fuoco o del calore. Lo spazio sostiene in modo appropriato il vento e il calore. Essi sono presenti in proporzioni uguali. Se non ci fosse equilibrio fra questi due elementi, se il vento prevalesse sul fuoco, o viceversa, il mondo non sarebbe stabile. È per il benessere del mondo che il vento e il fuoco si mantengono in proporzioni uguali.

Infine ebbero origine molti diverse forme di vita: vermi minuscoli, uccelli, animali di ogni genere…

Acqua

La vita, per esistere, ha bisogno di acqua: e l'acqua (Gangâ) è la quarta forma di Dio. Tutti gli esseri viventi sopravvivono solo in presenza d'acqua.

La vita di tutte le creature è alla base della molteplicità, che è solo una decisione di Dio. Egli ha deciso per Se stesso di manifestarsi nella molteplicità.

Viene detto:
“Io sono l'Uno, ma sono diventato i molti”.

L'Uno si è espresso e manifestato attraverso numerose forme. Anche i cinque elementi sono una manifestazione dell'Unica forma di Dio.

Terra

Non appena comparve l'acqua, apparve anche la terra. La terra è alla base di tutto: delle foreste, delle colline, dei terrapieni, degli oceani, delle colture e di ogni altra cosa.

“Questo mondo immensamente stupefacente e straordinario ha corsi d'acqua, poggi, ghiacciai e le imponenti montagne dell'Himalaya, che arrivano fino al cielo…”.

Le montagne dell'Himalaya si sono lentamente formate dalla terra, per aiutare e proteggere le creature viventi. Ciascuno dei cinque elementi, che è determinato e si riconosce da ciascuna delle proprie funzioni e proporzioni, ha mantenuto l' equilibrio della terra.

Le tendenze ataviche sono dure a morire

In seguito, gli animali si sono evoluti in esseri umani… e poi gli esseri umani sono diventati animali. Prima dell'avvento dell' “homo sapiens” tutte le attività riguardavano la vita animale. È per questo motivo che, quando qualcuno si comporta in modo sbagliato, gli si chiede: “Ehi! Sei un animale?” Nell'uomo sono ancora presenti moltissime tendenze animali. Perché? Perché alcune delle antiche tendenze non sono ancora sparite! A prescindere da quanti atti purificatori si possano compiere, le tendenze ataviche non abbandonano il campo. Si dice che non si riuscirà a mandar via l'odore del succo di cipolla, da una stoviglia che lo conteneva, neppure se questa viene lavata mille volte. La natura umana è come la cipolla. Non importa quanto si faccia per migliorarla, o quanto si sia riusciti a elevarsii: la natura dell'animale rimane.

Dobbiamo cercare, in qualche modo, di spingere da parte queste qualità animali tramite l'educazione, lo sforzo, le pratiche spirituali, l' austerità, le decisioni e i propositi sinceri. Tutte le pratiche spirituali che intraprendiamo hanno lo scopo di conquistare il dominio della nostra atavica natura animale. I nostri desideri sono i desideri degli animali. In verità, il vero essere umano non ha nessun desiderio.

L'uomo è sacro e puro. Anche nelle Upanishad la natura umana viene accostata alla purezza. Da che cosa deriva allora l'insorgere dei desideri in questa natura umana tanto pura e sacra? L'origine dei desideri risiede soltanto nelle antiche tendenze; perciò è fondamentale che ci liberiamo gradualmente di esse.

Usando la canfora come terreno
e il dolce muschio come concime,
annaffiandolo con acqua di rose profumata,
si riuscirà a far sparire l'odore pungente della cipolla?

No, l'odore della cipolla non se ne andrà. Allo stesso modo, per quante austerità, meditazioni o pratiche spirituali intraprendiamo, non sarà proprio possibile per noi perdere completamente il fetore delle nostre tendenze animali.

Tre tipi di esseri umani

Ci sono tre tipi di esseri umani. L'essere umano, appartenente al primo tipo, è come il cotone che è stato separato e pulito bene: quando si avvicinerà alla fiamma della saggezza, prenderà immediatamente fuoco. Questo significa che se l'uomo, tramite le pratiche spirituali, purifica il cotone del proprio cuore, le impurità diventeranno cenere per il solo fatto di essersi avvicinato al fuoco della saggezza.

L'essere umano del secondo tipo è come legno verde, cioè immaturo. Il legno verde non prende fuoco con facilità, bensì necessita di maggior tempo. Anche se si avvicina al fuoco della saggezza, non diventerà cenere così velocemente. A questo tipo appartengono molti esseri umani che praticano numerose pratiche spirituali per anni, o anche per molte vite, ma i cui cuori non riescono a prendere fuoco.

Il terzo tipo di uomo è come il legno secco: se lo si avvicina al fuoco, esso gradualmente comincierà a infiammarsi. A seguito di molte vite spese nell'esercizio di pratiche spirituali, questo tipo d'uomo diventa come il legno secco.

Al giorno d'oggi noi non siamo come il legno secco, nè come il legno verde, e ancor meno come il cotone! In un attimo, da legno verde diventiamo legno secco e viceversa. Questo dimostra che tutte le pratiche spirituali che compiamo non vengono da noi perseguite con determinazione e sacrificio. Nelle pratiche spirituali dev'essere insito lo spirito di sacrificio: se esso è assente, il sentimento della consapevolezza dello spirito in noi non verrà minimamente alimentato. Non solo: nei nostri rapporti col prossimo, ci dimentichiamo con estrema facilità dell'aiuto e dei vantaggi che ci provengono dagli altri. Non importa quanto aiuto riceviamo: ce ne dimentichiamo subito. Non solo ce ne dimentichiamo, ma in cambio, poi, arrechiamo anche danno a coloro che ci hanno aiutati. Con un comportamento del genere, l'illusione relativa all'attaccamento fisico aumenta sempre di più, provocando una serie di ulteriori rinascite. Lo stimolo alla rinascita o il riuscire a liberarsene dipendono solo dai nostri sforzi.

I desideri devono essere ridotti

Se vogliamo riuscire a ridurre i nostri sentimenti di illusione a riguardo dell'attaccamento fisico, innanzitutto e soprattutto, dobbiamo cominciare a ridurre i nostri desideri. I desideri che aumentano a causa dell'attaccamento al corpo sono desideri senza fine. È a causa di questi desideri illimitati che la mente impazzisce.

Quando la mente (mati) impazzisce, il nostro destino (gati) subisce dei cambiamenti; e se il nostro destino cambia, la nostra situazione (sthiti) si deteriora e la nostra prosperità (sampatti) si annulla. Mati, gati, sthiti, sampatti. Non meritiamo pertanto più la prosperità (sampatti).

Ma di che genere di prosperità stiamo parlando? Della prosperità spirituale, naturalmente! È a causa della perdita di questo tipo di prosperità che la natura umana si sta sempre più trasformando in natura demoniaca. I demoni non sono separati da noi. È per via del fatto che ci si dimentica della natura umana e della natura divina in noi, che la natura demoniaca prende il sopravvento. Se la natura umana si impegnasse ad aiutare la natura demoniaca, anche questa potrebbe diventare bellissima.

Avrete certamente letto approfonditamente, nel Râmâyana, la storia seguente: desiderando sposare Râma, Shûrpanakhâ prese una forma meravigliosa. Ma quando Egli non la accettò, ella riprese la sua forma originaria di demone. Questo vuole significare che sono solo le nostre simpatie e antipatie che permettono, alla nostra natura umana o alla nostra natura demoniaca, di subire dei cambiamenti. Se assecondiamo le nostre preferenze, ci trasformiamo nella Divinità. Se invece seguiamo l'opposto di quelle che sono le nostre decisioni, subiamo una trasformazione verso la natura demoniaca. (Ci si riferisce qui alle preferenze e alle decisioni della Coscienza Superiore - N.d.T.) Oggi prevale la natura animale, non avendo la maggior parte della gente né una natura umana, né una natura demoniaca.

Chaitanya Jyoti

Incarnazioni dell' Amore!
Avrete visto senz'altro il “Chaitanya Jyoti” (Museo dedicato alla vita e alla missione di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba - N.d.T.). È stato ideato e attuato in uno stile particolarmente bello. Chi vi entra, non ne apprezza solo la bellezza estetica, ma si sente anche immerso in uno stato di beatitudine. Nel rendersi conto di questo fatto, molti, provenienti da Paesi anche molto lontani, hanno portato alcune loro produzioni per esibirle qui. Hanno costruito un tempio meraviglioso.

Un signore proveniente dalla Malesia, il Dr. Goh, si è dato da fare in mille modi per la costruzione di questo tempio. Per renderlo ancora più bello è andato fino in Cina a procurarsi oggetti nuovi per decorarlo. È lui il responsabile del design del “Chaitanya Jyoti”. Neppure in Cina troveremo un tempio come questo. Infatti il Dr. Goh ha portato produzioni delle culture di tutto il mondo in questo tempio del “Chaitanya Jyoti”. Qui sono presenti sia la bellezza che la beatitudine. Quello che il Dr. Goh non ha portato è la Chaitanya: infatti questa esiste di per sé; nessuno la può “portare” da nessuna parte!

Come ha avuto inizio tutto questo?

Ecco una cosa che ancora non vi è stata raccontata. All'inizio, Io decisi che bisognava costruire degli scalini per arrivare alla statua di Hanumân che si trova allo Stadio “Hill View”. Inoltre, per le persone che si stancavano salendo, decisi di far costruire alcune stanzette per permetter loro di riposarsi durante il tragitto. Cominciò in piccolo, ma poi il progetto si ampliò.

Sforzi incredibili furono necessari per demolire le colline, spianare il terreno, e costruire un tempio. Solo per lo spianamento del terreno, costituito di pietre, che dovevano quindi essere spaccate, furono impiegati due anni. Ma tutti gli sforzi e i sacrifici hanno portato come frutto la costruzione di questo magnifico tempio; infatti per portare a termine una costruzione di tale bellezza è necessario fare molti sacrifici.

Questo è per il mio bene

Se si vuole forgiare un braccialetto, è necessario mettere al fuoco una certa quantità d'oro e aspettare che si fonda. Dopo di ciò, l'oro dovrà essere battuto col martello, tirato e tagliato, e infine saldato. Se non si seguono le fasi di questo procedimento, il braccialetto non potrà essere ultimato. Allo stesso modo, l'uomo deve passare attraverso molte difficoltà se intende essere forgiato e trasformato nel Divino e se vuole che in lui nascano sentimenti divini. Deve accettare ogni avversità che Dio gli manda e reagire dicendo: “Questo è per il mio bene”. Non importa quanto dovrà essere colpito dalle difficoltà della vita: l'uomo deve credere fermamente che “diventerà un braccialetto meraviglioso”.

“Questo è per il mio bene, questo è per il mio bene, questo è per il mio bene”.

Questa lezione è la prima che dovete imparare.

Per arrivare a un qualsiasi risultato, bisogna guadagnarselo. Nel guardare la costruzione del “Chaitanya Jyoti”, la cui vista soddisfa gli occhi e delizia il cuore, vediamo il frutto di questa pazienza messa in pratica.

Non è possibile ottenere la felicità senza sforzo

Qualsiasi lavoro ci proponiamo di fare, non potremo ottenere buon esito e la felicità senza sforzo. I Veda, infatti, affermano:

“Non si può ottenere la felicità tramite la felicità”.

L'uomo d'oggi, i devoti e gli aspiranti spirituali dei nostri giorni non vogliono le difficoltà. Essi ritengono di non dover spendere soldi. “Il piede non vuole scavalcare la soglia” (cioè, non si vogliono fare sforzi - N.d.T.). La liberazione dovrebbe semplicemente cascar loro in grembo con il suono “tac”! Sperano di ottenere tutto facilmente. E, “tac”!, la felicità facile verrà, ma così velocemente com'è arrivata improvvisamente, “tac”!, se ne andrà. Il risultato è già contenuto nelle nostre aspirazioni. Dobbiamo superare delle difficoltà proprio in tutto ciò che facciamo.

La gente di altri tempi, gli antichi grandi saggi (i rishi), un grande numero di persone, facevano ogni sorta di penitenze per anni e anni. Non mangiavano, non bevevano e non si curavano del benessere del loro corpo. Questo era fondamentale per raggiungere la Divinità. Se dunque vogliamo che qualcosa succeda, se desideriamo ricevere la vera felicità, dobbiamo affrontare serenamente e con gioia le difficoltà.

Non possiamo afferrare la felicità per mezzo della felicità. La otterremo soltanto attraverso le difficoltà.

Ma in che cosa consiste questa felicità?

Difficoltà e felicità sono sempre congiunte.
Nessuno le può separare.
Non vedremo mai la felicità esistere da sola.
La felicità è il risultato delle difficoltà.

Se quindi vogliamo raggiungere la Divinità, ci occorre la pazienza, dote assolutamente necessaria. Essa ci permette di riuscire anche nei compiti più delicati. Non dobbiamo mai scoraggiarci, altrimenti non raggiungeremo alcuna meta con naturalezza. Oggi l'umiltà e l'obbedienza sono completamente sparite. Ciò che maggiormente emerge dall'uomo è l’ira. L’ira è un sentimento che brucia le caratteristiche peculiari dell'essere umano, che annulla la sua “umanità”; l’ira è il suo nemico, mentre la pace è la sua protezione; la compassione è un suo parente stretto, e la felicità è il suo paradiso. Il suo inferno è dato dal dolore. Quindi, tutto si trova dentro di lui.

Un' ignoranza molto distorta

Biasimiamo gli altri e soffriamo: questo è un grave errore. Incapaci di realizzare che il tesoro più grande è dentro di noi, ci arrabattiamo nel mondo esteriore. La vera Chaitanya è interiore, ma noi lo dimentichiamo, e la cerchiamo nel mondo, al di fuori di noi stessi. Questo è segno di grande ignoranza. È per colpa dell'ignoranza che l'uomo dimentica chi è realmente, ed è a causa dell'illusione che egli è spinto a perder tempo, pensando di dover conquistare qualcosa di nuovo. Il tipo di ignoranza che sta prendendo piede nell'uomo d’oggi è di un genere molto distorto.

Ignoranza significa “non rendersi conto di fare qualcosa di sbagliato”. Oggi quest'ignoranza è diventata un'ignoranza “istruita”, cioè un'ignoranza che si avvale dell' autoindagine (ovvero ci si esamina e si sa di agire in modo errato – N.d.T.). È un'ignoranza che ha potere discriminatorio e capacità di analisi (si discrimina fra il bene e il male e si sceglie il male –N.d.T.).

Un'ignoranza di questo genere non finirà col corpo; anche quando questo verrà abbandonato e cremato, essa non verrà bruciata. L'uomo d'oggi sta sviluppando questo genere di ignoranza. È giusto rendersi conto di non sapere ciò che non si sa. Invece l'uomo d'oggi immagina di sapere quello che non sa; questa è un' assurdità e dimostra che egli non sa proprio nulla!

Come conseguenza, l'uomo è traboccante di superbia, ritenendo di sapere ciò che non sa. Nessuno ama un uomo superbo. Neppure la donna che ha sposato o i figli che ha generato lo ameranno.

La cosa più importante da fare, prima fra tutte, è rinunciare all'ego. In verità, l'umiltà e l'obbedienza sono la cosa più importante da coltivare.

Ho detto:

“Chi è istruito veramente ha la ricchezza dell'umiltà”.

Oggi l'istruzione media è molto alta, la gente raggiunge alti livelli di istruzione scolastica, ma non ha alcuna pazienza, neppure nelle piccole cose.

Eccovi un piccolo esempio di quanta ignoranza ci sia anche a riguardo delle cose meno importanti.

C'era bisogno di accendere qualcosa. Siccome aveva dimenticato di avere i fiammiferi in tasca, un signore chiedeva in giro se qualcuno potesse dargli del fuoco. Questo non è successo altrove, ma qui, e solo ieri! Tutta la gente istruita, al giorno d'oggi, ha questo genere di dimenticanze. Sebbene la scatola di fiammiferi sia in tasca, essa non prende fuoco. Due fiammiferi devono essere strofinati fra di loro per produrre il fuoco e solo allora saranno in grado di bruciare sia la persona che li tiene in tasca sia ogni altra cosa che arrivi alla loro portata.

Sebbene l'energia atta a produrre il fuoco e a bruciare si trovi dentro di lui, sebbene egli la tenga in tasca senza usarla, l'uomo si brucia e si distrugge con la sua ignoranza. L'ignoranza sta crescendo a dismisura nell'uomo che pensa invece di essere depositario di grande conoscenza. La conoscenza sta aumentando, ma di pari passo aumenta anche l'ignoranza.

Qual è la differenza fra saggezza e ignoranza? Le parole ajnâna (ignoranza) e jnâna (saggezza) si distinguono l’una dall’altra solo per la lettera “a”, che si trova all'inizio della prima parola (ajnâna). Se aggiungiamo una “a” alla parola jnâna, essa diventa ajnâna. Con quella “a” in più credete che jnâna sia ajnâna! Ma la “a” non è ignoranza; non è questo il giusto significato da attribuire a tale lettera. La lettera “a” è “il luogo originale” (âdi sthâna). Pensare che la lettera “a” si riferisca all'ignoranza, rivela che le si dà il valore della parola ajnâna, e che si stanno riducendo in cenere tutti i nostri valori umani.

La consapevolezza, la coscienza e il conscio

Incarnazioni dell' Amore!
Se oggi volete assimilare la natura del “Chaitanya Jyoti”, sappiate innanzitutto che Chaitanya si trova in tutti. Esiste un unico amorevole Âtma qui, là, ovunque e in qualsiasi luogo si posi lo sguardo, ed esiste solo una Chaitanya. La nostra stessa forma è Chaitanya. È quella che viene denominata Consapevolezza. La Consapevolezza è Chaitanya, che è presente dappertutto. Essa si trasforma in Coscienza, che è la forma ridotta dell'Âtma, presente in ognuno di noi.

La Coscienza è l'Âtma in noi. Questa Coscienza, che è diventata Âtma, a livello dei sensi diventa gradualmente il nostro “Conscio”. Il “Conscio”, praticamente, è la denominazione attribuita a Chaitanya quando essa è presente nei sensi. Viene chiamata “Coscienza” quando è in relazione con l'Âtma, mentre la Chaitanya onnipervadente è la “Consapevolezza”. Vedete la differenza? La Chaitanya, che tutto pervade, diventa Âtma, che risiede nella forma dell'uomo. Questa è la differenza!

Tutto questo si trova nell'uomo: non c'è niente di più elevato della razza umana.

Infatti, si dice:

“Dio è nella forma dell’uomo”.

Allora, dov'è Dio? È nella forma dell'uomo! Dove? Semplicemente qui! Ovunque rivolgiamo lo sguardo, c'è solo l'Uno. (Applausi). Ma allora perchè, alla vista di tutte queste forme umane, vi sentite di dare posto a ogni sorta di ragionamenti negativi? Qual è la causa? Essa risiede nel fatto che avete sì forma umana, ma nessuna fede nel fatto che siete divini!

Tutte le forme sono forme di Dio. I cinque elementi che formano questo corpo sono anche in quel corpo, e in quello, e in quell'altro ancora… Gli stessi cinque elementi sono in tutto. Nessuno o nessuna cosa ha un sesto elemento in più. Ne esistono soltanto cinque.

I cinque involucri (kosha)

I cinque princìpi vitali (prâna), i cinque involucri (kosha), e così pure i cinque sensi hanno solo una forma. I cinque principi vitali sono derivati dai cinque involucri.

Noi mangiamo per sostenere il corpo. Il corpo è chiamato annamaya kosha (involucro esterno fatto di cibo, o corpo grossolano). Dall'annamaya kosha deriva il secondo involucro, il prânamaya kosha (involucro dell'energia vitale, costituito di prâna). Il prâna si unisce al vento, e il vento contiene il fuoco. Quando il vento e il fuoco si incontrano, si genera una corrente, che è l'energia elettrica che si trova nel nostro corpo. Il nostro corpo è come un piccolo generatore di corrente. Sebbene il nostro corpo sia un generatore, crediamo che sia il cibo a sostenere la vita.

Il terzo involucro è il manomaya kosha, (l'involucro emozionale, costituito dalla mente empirica, sede del senso dell'io). Senza questo involucro, anche prânamaya kosha non avrebbe alcuna utilità: è infatti grazie all'esistenza della mente che viene messo in grado di creare molteplici tipi di forme per questo corpo.

La base di questo universo è la mente.

È la mente che è diventata la forma del mondo. Perciò manomaya kosha ha una grandissima importanza.

Riguardo agli uomini d'oggi, agli aspiranti spirituali, agli asceti (yogî) e a coloro che vivono da “gaudenti” (bhogin), concentrandosi sui piaceri fisici, fino a che punto riescono ad arrivare nel loro viaggio spirituale? Raggiungono solo i primi tre involucri, annamaya, prânamaya, e manomaya kosha. Poi subiscono uno stop, sono costretti a frenare, e il loro viaggio si ferma qui.

Questo non dovrebbe succedere. Qualsiasi difficoltà si presenti, qualsiasi afflizione colpisca la mente, il viaggio va continuato, superando ogni ostacolo. Se si supera il manomaya kosha si arriva al vijnânamaya kosha6 (l'involucro della saggezza, dell'intelletto superiore, o buddhi). Se non ce la facciamo, restiamo nell'ignoranza, nell'annamaya kosha.

È molto difficile superare l'annamaya kosha, ma, una volta superato questo involucro, raggiungere la conoscenza distintiva e analitica (vijnâna) diventa piuttosto facile. Se otteniamo questa conoscenza, il passo successivo è l'ânandamaya kosha, l'involucro spirituale, lo stato dell'eterna beatitudine (nityânanda), della suprema beatitudine (paramânandam), dell'unione (yoga). Solo quella è beatitudine non dualistica (advaitânanda).

Se intendiamo raggiungere questa beatitudine, dobbiamo cominciare dall'annamaya kosha. Noi, in genere, non facciamo caso al corpo. Il corpo è sacro. Quando si dipinge una forma di Dio, essa viene rappresentata solo in forma umana, ma, a causa della convinzione: “Io sono un essere umano”, la natura umana è diventata una natura caprina. Dobbiamo ritrasformare la natura umana in qualcosa di valido. La parola “umano” è sacra! Un vero essere umano è colui che agisce senza ignoranza, è colui al quale l'ignoranza non riesce neppure ad avvicinarsi. Gli uomini d'oggi, invece, sono letteralmente calati nell'ignoranza.

Riconoscete il Chaitanya Jyoti

Dobbiamo riconoscere il Chaitanya Jyoti, che ci pervade da capo a piedi, dentro e fuori.

Dentro, fuori, tutto è 'Quello'. Nârâyana ci pervade totalmente.

Esiste soltanto l'Uno. Solo Lui è il Chaitanya Jyoti (la Luce della Consapevolezza Divina). Ma quanto Lo rinneghiamo! Dobbiamo invece guardare a Lui con stupore. Dev'essere riconosciuto nel Suo inestimabile valore. Dev'essere percepito come un prodigio, un miracolo.

Invece viene recepito come un passatempo, come un mero intrattenimento. Si trasforma in qualcosa di contradditorio. Non dobbiamo diventare contraddittori. Dobbiamo seguire una procedura.

La Luce della Saggezza Suprema (Prajnâna Jyoti), la Luce della Consapevolezza Divina (Chaitanya Jyoti), la Luce Infinita (Akhanda Jyoti), la Luce Eterna (Ananta Jyoti) e la Luce dell'Uno senza secondo (Advaita Jyoti) sono tutte solo l'Uno. Oggi dobbiamo cercare di trasformare la Luce dell'Uno senza secondo (Advaita Jyoti) nella Luce della Consapevolezza Divina (Chaitanya Jyoti).

La Luce della Consapevolezza Divina (Chaitanya Jyoti) risplende per l'eternità nel cuore di ogni essere umano. Quanto è sacro il nostro cuore! Hridaya (il cuore) è quello che contiene dayâ (compassione). Oggi, essa è completamente assente nel cuore umano. L’uomo non ha compassione, e manifesta una natura demoniaca. Il suo cuore è completamente vuoto. Dovete pertanto “osservare” il vostro cuore: si dice che questa sia la “realizzazione del Sé”. Ma quali sono i sentimenti che dimorano nel vostro cuore? Sono sentimenti puri? O impuri? Indagate, ognuno per sé, in quanto ciascuno può conoscere solo se stesso.

Se riuscite in questa indagine, avete realizzato il Sé. Questa “realizzazione del Sé” porta anche la “soddisfazione di sé”. Questa a sua volta conduce al sacrificio di sé. E se il sacrificio di sé è compiuto (se l'ego muore. - N.d.T.), diventate il Sé. Avete la realizzazione. Se desiderate la realizzazione, pertanto, il primo passo da compiere è di riconoscere il Sé, che altro non è che il Chaitanya Jyoti. Esso è il nome del Chaitanya.

Se non compiamo alcuna indagine su tutte le altre forme di questa sacra Luce della Coscienza assoluta e pura (Chaitanya Jyoti), rischiamo di considerare il Chaitanya Jyoti come una luce (jyoti) ordinaria. Invece si tratta del Chaitanya Jyoti: ovunque ci volgiamo, vediamo solo Quello, perchè esso è la Luce omnipervadente, la Luce in cui abbiamo fede.

Faccio qualsiasi cosa per rendere felici gli altri

Incarnazioni dell’Amore!
Veramente oggi non avevo intenzione di parlare, perché non ho mai commemorato questi anniversari. Se lo faccio, è per esaudire il desiderio accorato di un signore malese (responsabile del progetto del “Chaitanya Jyoti” – N.d.T.), venuto a festeggiare con gioia questo anniversario portando con sé molte persone.

Io faccio qualunque cosa per rendere felici gli altri: tutto ciò che faccio ha questo unico scopo. Non ho alcun desiderio; non ho nessun proposito. I Miei pensieri esistono come risposta ai vostri. I Miei sono “pensieri basati sulla Verità”.

Sì, pensieri basati sulla Verità (Satya Sankalpa). I vostri pensieri arrivano solo come meri pensieri. I Miei, invece, sono pensieri basati sulla Verità. Essi sono immutabili. Io faccio qualsiasi cosa solo per rendervi felici. (Applausi).

Oggi, il nostro Indulal Shah ha dovuto lavorare alacremente per questa cerimonia. Infatti, se il Chaitanya Jyoti viene celebrato è principalmente per merito suo. Anche se io non Mi trovavo qui a Puttaparthi, lui una volta al mese è venuto qui per potersene occupare. Se si è veramente determinati, si può portare a termine qualsiasi compito, anche il più impegnativo.

Si dice:

“Chi è sincero conseguirà la Saggezza”.

Il sincero interesse e gli sforzi di Indulal Shah sono stati gli unici artefici del Chaitanya Jyoti. Di qualsiasi attività si tratti, dobbiamo intraprenderla con determinazione. Senza determinazione siamo come dei cadaveri. Dobbiamo sentirci in grado di “ottenere” qualsiasi cosa, e non ritirarci, per debolezza, nel bel mezzo dell'azione. Non lasciate mai spazio alla debolezza! Dovete arrivare a essere forti in tutto!

Molte altre attività a Puttaparthi

Molte altre attività di questo genere prenderanno avvio nella nostra Prashânti Nilayam.

Oggi, questa Puttaparthi, che era solo un minuscolo villaggio, è diventata una città. Se andate in altre città, troverete delle stanze a cento rupie al giorno. Qui, invece, per una stanzetta da niente, dovete pagare 1000 rupie al giorno. Che prezzi! Che cosa succede a questi villaggi? Come stanno cambiando!…

C'è l'aeroporto. C'è il “Super Specialty Hospital” (Ospedale ad alta specializzazione). Sono strutture che non si trovano neppure nelle grandi città. E arriverà molto, molto, molto di più. Il mondo intero sará spettatore di ciò che succederà qui, … inizierà entro un mese da oggi Molte persone saranno coinvolte nel mettere in evidenza questi cambiamenti; vi rivelerò l'identità di alcune di queste.

Sapete che è in atto l'assegnazione dei premi Nobel. Il Presidente del Comitato per l'assegnazione del Premio Nobel arriverà qui il 22 Novembre. Gli staff televisivi, coloro che propagheranno via etere la consegna del premio in tutto il mondo… arriveranno tutti qui il 22. Chi li ha chiamati? Chi li ha invitati? Gente di ogni sorta sta per arrivare: nessuno li ha invitati, nessuno dà loro un particolare benvenuto: vengono per proprio conto. Per quale motivo? È il Chaitanya Jyoti che li attira qui, la Luce della Conoscenza, la Luce della Consapevolezza (qui si intende lo stesso Swami - N.d.T.)! (Applausi).

Il Compleanno non deve essere festeggiato

Data la situazione attuale, ho disposto che questa volta il Mio Compleanno non venga celebrato. D'ora innanzi, non deve più essere celebrato da nessuna parte (nel mondo). Questa è la Mia decisione. E l'ho già detto a tutti. L'ho anche detto a Chiranjirao: “Non organizzate niente per questo Compleanno”. Ho anche detto che non si faccia niente allo “Hillview” (lo Stadio).

Quando è il Mio vero compleanno? È il giorno in cui tutti voi siete pervasi dalla beatitudine: quello è il Mio vero Compleanno. (Applausi). Tutto il Paese dev' essere felice, deve sentirsi al sicuro, deve stare bene. E lo stesso dev'essere per il mondo intero. Tutti devono stare bene: se non siete felici, a che cosa serve festeggiare il Mio compleanno? La vostra Beatitudine è l'unica fonte della Mia Beatitudine.

Perciò siate tutti felici, seguite il sentiero della Verità, decidete di agire solo in nome della Verità, e tutto il Paese agirà solo in nome della Verità. Certo, non è possibile che voi cambiate tutti i Paesi del mondo, ma potete influenzare le persone che vi stanno intorno, affinchè le loro azioni seguano il principio della Verità. Ogni giorno, ognuno deve convertire almeno cinque persone al sentiero spirituale. Portate sul sentiero spirituale cinque persone ogni giorno e presto tutto il Paese subirà una grande svolta. Ma non convertiteli al male, convertiteli al bene!

Scegliete la Verità. Dovete dire la Verità. Praticate il Dharma e conducete una vita pacifica. Sperimentate la Beatitudine. Prendete la decisione di acquisire queste qualità e cercate di cambiare in quella direzione.

Swami conclude cantando: “Hari Bhajana Binâ Sukha Shânti Nahi…”

Vi voglio raccontare un piccolo aneddoto. Quando sono uscito dal Pûrnachandra praticamente non avevo più la gola. (Swami ride) Cioè, la gola c'era, ma non ne usciva alcun suono. (Non aveva voce - N.d.T.) Lo avrete sicuramente notato anche quando ho cominciato a parlare. Sono andato avanti comunque. Mi sono dimenticato di non aver la gola a posto! Poi ho messo tutte le vostre forme nel Mio cuore, e la voce ha cominciato a uscire. E con quale sonorità! (Applausi). È solo quando dimentichiamo il nostro attaccamento al corpo che l'affetto per il mondo aumenta. Questa ne è una prova diretta.

Inoltre, l'anno scorso abbiamo inaugurato il Collegio della Musica. Molti bambini si sono iscritti. Il preside e sua moglie stanno svolgendo un grande servizio. Entrambi suonano la vînâ molto bene. Vi annuncio che fra pochi minuti daranno un concerto proprio qui e vi procureranno una grande gioia.

Prashânti Nilayam, 18 novembre 2001,

Primo anniversario del museo dell'eredità spirituale “Chaitanya Jyoti” (Museo dedicato alla Vita e alla Missione di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba)

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