07 - luglio 2011

Pensieri del giorno di Sri Sathya Sai Baba

LUGLIO 2011

1.7.11 La fede è come un vulcano attivo, i dubbi sono come semi; su un vulcano in attività non germoglia alcun seme. Se i dubbi si moltiplicano, significa che la vostra fede è debole e insicura, simile a un vulcano spento. Dove ci sono i dubbi, non può esserci la fede; essi sorgono o scompaiono a causa del karma passato ma, se la fede è forte, non ne spunta nessuno. Per raggiungere la Divinità, dovete prima liberarvi di tutti i dubbi. Di tanto in tanto, Dio vi sottopone a prove varie che non vogliono essere delle punizioni, come potreste pensare, ma mezzi per rinforzare la vostra fede. Ricordate sempre che il Divino agisce come un testimone e vi mostra il sentiero dell’auto-risveglio. Baba

2.7.11 Il Guru vero è come un chirurgo oftalmico. Quest’ultimo cura le cataratte rimuovendo la cortina opaca dall’occhio del paziente e così ripristina la sua capacità di vedere; anche il Guru vero rimuove il velo dell’ignoranza e dell’attaccamento che oscura la visione del discepolo restaurando così la sua visione spirituale naturale. Solamente quando mondate il cuore eliminando l’ignoranza, il dolore, la preoccupazione, l’avidità e l’invidia voi potete portare a manifestazione la pienezza della vostra Realtà. Celebrate il giorno in cui la mente si libera dell’oscurità dell’ignoranza e acquisisce la pienezza dell’illuminazione. Baba

3.7.11 Una volta nati, la morte è inevitabile ma è possibile evitare di nascere e quindi di morire. La nascita è la conseguenza dell’azione (Karma). Impegnatevi in attività come il vostro dovere vi chiede e come un’offerta a Dio; allora non sarete esaltati dal successo né scorati dal fallimento perché Egli ispira, Egli aiuta, Egli concede gioia o afflizione come vuole. Colui che agisce non avrà attaccamento al frutto dell’azione che quindi non lo legherà con le sue conseguenze né lascerà tracce sulla sua personalità che influiscano su di lui oltre la morte. Baba

4.7.10 Il mondo intero è come un’università che ci insegna di continuo. Quando facciamo degli affari, c’è qualcosa da imparare e anche quando coltiviamo la terra c’è qualcosa da imparare. Senza fare differenze di casta o credo, di titolo o condizione, l’albero divide i suoi frutti con tutti e proclama l’eguaglianza di tutti. Mostrando con quanta pazienza sopportano la pioggia, il sole e il freddo, le montagne ci insegnano che non dovremmo essere troppo attaccati al corpo. Quando muore qualcuno, noi impariamo che il mondo non è permanente, che la famiglia è soltanto un’illusione; lo stesso fatto ci ricorda che non abbiamo alcun diritto di dire che questo appartiene a me o che quello appartiene a te. Per comprendere Dio, la Sua Creazione è la scuola migliore: dovunque, c’è qualcosa da imparare. Baba

5.7.11 Quali insegnanti di educazione spirituale, voi dovreste considerare tale attività come una grande opportunità e un compito sacro, dovreste fare ogni tentativo di insegnare con amore, tolleranza e cuore puro; dovreste anche vincere la pigrizia. E’ necessario che trattiate tutti i bambini che vengono da voi con affetto maggiore di quello che mostrate per i vostri figli. I Guru devono avere mente equanime e non devono discriminare nessuno in forza della casta, della religione o di altri aspetti simili. Voi dovete inculcare l’idea del servizio nella mente dei bambini, dovete insegnare loro ad offrire a Dio qualunque cosa prima di mangiarla e a comportarsi con umiltà quando incontrano gli anziani. Essendo insegnanti, non dovete essere egoisti; se c’è l’ego, non potete essere dei buoni Guru quindi fare ogni sforzo per liberarvene, per imparare ad essere responsabili e per fare il vostro dovere. Baba

6.7.11 Voi dovete usare la discriminazione per setacciare l’immondizia ed eliminarla preferendo ciò che è prezioso, dovete guadagnarvi il merito facendo servizio disinteressato agli altri e tenervi lontani dalle persone cattive cercando invece la compagnia dei buoni che possono mondarvi e risanarvi. Se non tentate di trasformarvi così, tenderete a pretendere la Grazia in abbondanza e ritenere Dio responsabile dei vostri dispiaceri invece di biasimare la vostra fede incerta! Con un comportamento simile non ci si può aspettare la Grazia: la devozione deve essere così vera da farvi accettare da Dio come Suoi devoti. Voi venite consumati dal tempo; Dio è il Signore del tempo quindi rifugiatevi in Lui, fate che Egli sia il vostro Guru, il vostro sentiero, il vostro Signore. AdorateLo, ubbidite ai Suoi comandi, offrite Gli i vostri omaggi riconoscenti e teneteLo saldo nella mente. Questo è l’unico modo, e anche il più facile, per riconoscerLo come vostra stessa realtà. Baba

7.7.11 Un tempo, prima di impartire la conoscenza ai discepoli, il Guru assegnava loro compiti diversi da fare nel suo eremitaggio. Questo era fatto con uno scopo. Un solo lavoro importante porta alla purificazione del cuore; quando il cuore è purificato, si è pronti a ricevere gli insegnamenti del Guru. Nei tempi antichi, all’inizio veniva quindi dato da lavorare ai discepoli e dopo che essi si erano purificati lavorando e l’insegnante era soddisfatto della loro maturità per ricevere l’istruzione spirituale, questi cominciava a insegnare loro la Auto-Conoscenza. Baba

8.7.11 Tutto il lavoro andrebbe fatto nello spirito di un’offerta a Dio. Non si deve essere infingardi e tutti i lavori vanno compiuti con amore. Voi potete assumere qualunque lavoro che sia adatto alle vostre attitudini e capacità e, nel fare dei lavori così sacri, dovete continuare ad adorare la Forma del Divino a voi più cara. La gente dice che trova molti ostacoli nel portare avanti la pratica spirituale (Sadhana); gli ostacoli che si presentano andrebbero presi come prove che non hanno l’intento di punire ma di accertare l’idoneità alla promozione. Prove frequenti significano frequenti opportunità di promozione; se tra l’una e l’altra c’è un intervallo notevole, vuol dire soltanto che la promozione non è possibile per molto tempo. Nella Sadhana, gli ostacoli vanno affrontati con lo spirito di superarli. Baba

9.7.11 Per il successo in qualunque aspetto della vita, la conoscenza, la capacità e l’equilibrio sono essenziali; se coniugate la conoscenza con la capacità, ottenete l’equilibrio. Questo è molto importante, significa equanimità di fronte all’apprezzamento e al criticismo. Per rimanere in equilibrio, è necessaria la capacità. Se lo perdete, la sofferenza arriva presto. Quando vi assegnano un lavoro, dovete metterci il cuore e l’anima e farlo con il massimo della sincerità e della dedizione, al limite delle vostre capacità. Prendete l’esempio di una persona che ha l’incarico di piantare gli alberi e curare il giardino: se questa fa il lavoro con tutto il cuore senza lasciarsi influenzare dalla lode o dal rimprovero, le piante vengono su bene, il giardino diventa un luogo di grande bellezza e, quando il Guru viene a vederlo ed è contento della condizione delle piante, la sua gioia diventa la grazia che egli riversa su quell’individuo che ne trae grande felicità. Baba

10.7.11 Il Guru mette in guardia e risveglia, rivela la verità e incoraggia a progredire verso di essa. Se non avete il desiderio, il cuore che indaga e l’intelligenza che cerca, non potete fare molto. Si può nutrire chi ha fame; chi non ne ha scarterà il cibo come fosse un castigo. Il Guru è un giardiniere che cura le piante ma il germoglio deve spuntare perché egli se ne incarichi. Egli non aggiunge niente di nuovo alla pianta, la aiuta soltanto a crescere in accordo con il suo destino, forse più velocemente, forse più pienamente ma non in contrasto con la sua natura interiore. Egli rimuove la povertà spirituale mirando al tesoro che giace sepolto all’interno dell’individuo, consiglia come recuperarlo e quale vigilanza sia necessaria per usarlo al meglio. Baba

11.7.11 Ci sono quattro fasi nel viaggio verso Dio: Salokya, Samipya, Sarupya e Sayujya. Il primo, Salokya, si ha alla Presenza del Divino; da allora in poi, si dovrebbe procedere verso Samipya che significa “avvicinarsi al Guru”. Da qui si può raggiungere Sarupya in cui si risplende nella forma e splendore effettivi della Divinità. Infine si entra in Sayujya che è la fusione completa con il Divino. A questo livello, la bolla scoppia e diventa uno con il Mare. Il Servizio vi dà la possibilità di compiere tutti questi passi e immergervi in Dio. Baba

12.7.11 Ogni essere animato deve raggiungere il compimento, questo è il destino. La lunghezza e la difficoltà del viaggio sono determinate dalla natura e dagli effetti cumulativi di molte vite. Al fine di raggiungere lo scopo nel campo spirituale, l’aiuto di quelli che hanno conosciuto a fondo il cammino è molto necessario; questa istruzione può esser trasmessa soltanto da cuore a cuore, quando tra il Maestro e colui che cerca si è instaurata una affinità profonda. Testi, commentari e guide stampate non producono che dubbi, discordia e discussioni, il buonsenso genera solamente intelligenza e capacità; nel regno dello spirito, è valida soltanto l’esperienza ottenuta tramite l’intuizione. Per il viaggio dall’intuizione all’illuminazione, si devono comprendere e distruggere strati di egoismo e delle sue malvagità e in quest’avventura un Guru sarà di grande aiuto perché solamente colui che ha raggiunto lo scopo può guidare il pellegrino; senza il Guru, l’aspirante tende a vagare nelle lande deserte. Baba

13.7.11 Il Guru Purnima è dedicato ai ringraziamenti al Guru perché oggi la Luna, la Deità che presiede alla mente, è piena, chiara, fresca e brillante, non ha macchia o ottusità che ne diminuisca la luminescenza. Oggi, anche il Guru viene descritto e lodato come immacolato, luminoso e affezionato; egli è tollerante e veramente pacifico, è l’esempio vivente e l’incarnazione delle virtù che desidera che noi sviluppiamo, rimuove gli errori nel modo di vedere e distrugge l’oscurità dell’ignoranza. Il Guru svela l’Atma all’individuo e lo rende libero. Per questo il Guru Purnima è dedicato a tali Guru Divini. In realtà, Dio, il Dio interiore, è il Guru dei Guru, la Sua Grazia può far vedere i ciechi, camminare gli storpi e i muti parlare; con un semplice tocco, Egli può spazzar via i peccati del passato e creare pace e gioia. Vyasa è il primo Guru che abbia segnato il percorso e la meta ed è quindi associato al giorno della Luna piena (Purnima). Baba

14.7.11 Guru Purnima, o Vyasa Purnima, è un giorno sacro che va celebrato con preghiere e pentimento sinceri che sorgano dall’amore per Dio il quale porta alla perfezione. Oggi, voi non dovreste celebrare con feste o digiuni che coinvolgono soltanto il corpo ma con preghiera e contrizione perché queste sole possono purificare il cuore. La mente dell’uomo vien paragonata alla luna perché è volubile come questa che oscilla tra luminosità e oscurità; in questo giorno di luna piena, essa deve essere chiara, brillante e fresca. Vyasa nacque con un grande desiderio di elevazione spirituale e si dedicò a studi profondi e pratiche spirituali sin da bambino. Egli ottenne una saggezza e una gloria Divine tali che lo si identifica in Dio Stesso e costituisce il Maestro del Mondo (Loka Guru) avendo codificato gli inni vedici, preparato i trattati spirituali per le persone che amava educare ed elevato la loro consapevolezza in modo che potessero aspirare a raggiungere Dio. Baba

15.7.11 Guru Purnima è il giorno in cui decidete di diventare padroni dei sensi e dell’intelletto, delle passioni e delle emozioni, dei pensieri e dei sentimenti per mezzo della disciplina spirituale (Sadhana). L’ego vi disturberà persino durante la meditazione quindi offritevi completamente a Dio. Questa dedizione non può scaturire dallo studio, uno studioso può essere inquinato dall’ego; egli si diletta di mettere i pro e i contro a confronto, solleva dubbi e disturba la fede mischiando ciò che è secolare con ciò che è spirituale al fine di trarne vantaggio temporale. Voi dovete offrire le preghiere a Dio per ottenere il progresso spirituale per cui impegnatevi nella Sadhana senza indugio, coltivate le virtù, siate esenti dalle abitudini, dai pensieri, dalle parole e dalle azioni malvagie, crescete in amore e accogliete tutti con amore; questa è la via verso la Beatitudine (Ananda). Baba

16.7.11 Nella pratica spirituale ci sono sei fasi: Sama, Dama, Titiksha, Uparathi, Shraddha e Samadhana. Sama, Dama e Uparathi sono relative agli aspetti vari della mente e del controllo dei sensi, Titiksha si riferisce alla capacità di essere equanimi nel guadagno e nella perdita, nel dolore e nel piacere, nella lode e nella censura. Shraddha (fede) è del tutto essenziale nella vita spirituale; soltanto chi ha Fede ottiene l’illuminazione e la saggezza per cui fate qualunque lavoro con diligenza e fede. Samadhana si riferisce all’accontentarsi: colui che ha meno desideri è il più ricco del mondo mentre chi ne ha molti è il più povero. Per questo, bisognerebbe accontentarsi ed essere soddisfatti di se stessi. La soddisfazione di sé deriva dalla fiducia in sé e può condurre al sacrificio di sé e quindi alla realizzazione di Sé. Baba

17.7.11 Coltivate l’Amore per Dio che ha potenzialità infinita. Anche una catena di ferro può essere spezzata con facilità ma non la catena d’amore che vi lega al Signore. Ricordate che persino il più crudele degli animali può essere vinto dall’amore! Che opera santa sarebbe se le onde di questo amore non venissero dirette verso le pozze e bassifondi sulle rive del fiume ma verso l’oceano della Grazia del Signore! Allora l’individuo raggiungerebbe lo scopo della vita e questa è la Liberazione più alta. Dirigere quell’amore verso il Nome e la Forma del Signore senza interruzione è veramente meditazione. Baba

18.7.11 Rifacendosi alla loro effettiva esperienza personale, gli antichi Rishi hanno descritto con chiarezza la via da seguire per santificare le nostre vite. Essi raccomandano di non formarsi i concetti attingendo a molti libri. Secondo loro, al fine di portare a termine il compito, il programma pesante che la Via dell’Azione (Karma) impone, si deve avere Devozione, Saggezza e Autocontrollo. La Rettitudine (Dharma) è la radice principale del grande albero, la religione, ed è la fonte eterna della sua forza. L’albero è alimentato dall’acqua della Devozione, le foglie e i fiori sono la rinuncia e le altre virtù, la Saggezza è il frutto. Se, in queste fasi di crescita, c’è qualche interruzione o mancanza, cioè se anche una prescrizione viene infranta, il frutto della Saggezza o Jnana, che l’albero offre, sarà influenzato negativamente; quindi ricordate questo, fate un proposito preciso e disciplinato di essere coerenti nella pratica e otterrete il progresso spirituale. Baba

19.7.11 Non confondete questa residenza temporanea con il luogo in cui starete in eterno, non vi scorate per difficoltà da poco o tragedie passeggere, impegnatevi nello sforzo di raggiungere il Signore eterno. In questo mondo, ogni cosa è soggetta a decomporsi, se non oggi, almeno domani si disintegrerà; rifiutare il Signore che è unito a voi per sempre e lasciarvi sviare da questo mondo cui siete legati per un periodo breve non è corretto. Considerate il numero di nascite che avete avuto, le innumerevoli madri, padri, mogli, mariti, figli, figlie, amici e nemici che avete avuto: esistono ancora? Ricordano la vostra relazione? Per loro, voi non siete nessuno e loro non sono nessuno per voi ma, quale parente immutabile, voi e loro avete il Signore in comune; Egli permane attraverso tutte le nascite, è eterno e vi protegge di vita in vita. Il Signore non vi abbandonerà mai. Ci può essere una tragedia più grande del fatto di dimenticare un Signore simile? Baba

20.7.11 Il termine Karma (Azione) è breve e scarno ma il concetto e gli i ideali che suggerisce sono molto significativi per il genere umano. L’azione può essere di due tipi: materiale e spirituale, relativa al mondo (Loukik) o derivata dai Veda (Vaidik). Il Karma che sostiene semplicemente la vita è materiale mentre quello Vedico, basato sulle scritture, eleva l’uomo al Divino. Il Karma non è soltanto fisico, è anche mentale e verbale; esso è alla base di ogni attività umana sia essa relativa al mondo, scritturale o spirituale. In verità, i tre fili sono intrecciati. L’azione che riguarda il mondo implica merito o demerito, quelle scritturali sono sature dell’esperienza di generazioni di veggenti buoni. Coloro che sono focalizzati sullo spirito si dedicheranno a purificare il cuore in modo che il Dio interiore possa esservi riflesso. Baba

21.7.11 Le attrattive esteriori affascinano la parte animale; quelle interiori, relative al carattere, compiacciono il Signore. Non lasciatevi tentare dai sapori bassi del mondo e dalla stima a buon mercato che la gente concede, puntate alla Grazia e all’Amore del Signore. L’affezione che le persone spandono non è costante perché dipende dalle loro simpatie e antipatie; coloro che sono innamorati di ciò che è esteriore cadranno nella delusione e nel dispiacere ogni poco ma l’Amore che il Signore ha per voi dipende soltanto dalle vostre qualità buone e vi da gioia permanente. E’ il carattere che costituisce la bellezza non altro, niente è più attraente di quello. Baba

22.7.11 Le vite degli individui sono determinate dalle attività che essi hanno compiuto in questa vita e nelle precedenti; le conseguenze delle azioni fatte nelle vite trascorse influenzano quella presente e sono dette Prarabdha. Il Karma in cui si è impegnati ora influenzerà il futuro ed è detto Agami. Il Karma accumulato nel passato, che viene risolto lentamente dalla persona vita dopo vita, è chiamato Sanchitha. Come si definisce Karma l’attività in cui si è impegnati, stare in silenzio e quieti è detto Akarma. Se non siete attaccati ai frutti delle azioni che fate, ma vi dedicate ad esse come vostro dovere, come vostro modo di adorazione, potete praticare l’Akarma anche se siete immersi nel Karma; questa è la pratica spirituale (Sadhana) più elevata. Baba

23.7.11 Parlate sempre del bene negli altri, non pensate mai alle azioni malvagie che fanno; se potete, cercate di portarli sulla buona strada e date loro dei consigli utili. Voi dovreste coltivare la pace della mente, l’altruismo e la volontà per promuovere tutto ciò che è necessario per il comportamento; questo può avvenire soltanto tramite la ripetizione del Nome Divino e la meditazione. La ricchezza che si ottiene con la ripetizione del Nome del Signore e la meditazione sono le qualità buone (Sadguna); queste mondano l’ambiente esteriore e purificano e nobilitano le tendenze interiori. Baba

24.7.11 Tre tipi di attività raggiungono Dio e ottengono la Sua Grazia: quelle non mosse dal desiderio personale, quelle che nascono da amore altruistico e le preghiere che sgorgano dai cuori puri. Esse raggiungono Dio direttamente ed Egli ne tiene conto. Il resto è materia di cui si occupano le deità varie deputate al loro disbrigo. Quindi le preghiere devono essere altruistiche, sature di amore e non inquinate dall’attaccamento al dono che la preghiera dovrebbe portare. Baba

25.7.11 Al fine di soddisfare il desiderio dei Suoi devoti, Dio appare in qualunque forma in qualunque luogo ma, per vedere Dio, dovete pregarLo con concentrazione unidirezionale. Questo tipo di unicità di pensiero scaturisce soltanto dalle qualità pure (Satva Guna) e queste sono il prodotto della meditazione. Quindi voi dovete coltivare le qualità buone per sviluppare le quali bisogna desiderare la compagnia dei buoni (Satsang). Cercate la compagnia delle persone nobili, evitate i malvagi; i vostri veri compagni sono coloro che parlano e discutono del Signore, della Verità, del Servizio agli altri e dell’amore che considera tutti uguali. Baba

26.7.11 Molte persone sono orgogliose di essere state utili agli altri e desiderano esser lodate perché benefiche e munifiche; questo atteggiamento rivela la loro ignoranza, Ajnana. Esse devono procedere verso lo stadio, detto Vijnana, in cui il cuore è stato trasformato dall’aderenza alla verità, alla non-violenza e alla compassione. Tali persone possono allora comprendere se stesse, la loro parentela col Cosmo e col Creatore del Cosmo per cui vivono e agiscono in armonia con tale comprensione senza ignoranza, dubbio o disarmonia. Baba

27.7.11 Coloro che non parlano mai del Signore, che non sono neppure consapevoli di Lui, che sono occupati a moltiplicare e rafforzare i legami con la vita secolare (Samsara), che sostengono e praticano la falsità, l’ingiustizia e l’oppressione e vi consigliano di deviare dalla via dell’agire rettamente (Dharma), non trattateli come amici ma come persone da evitare ad ogni costo. Frequentare cattive compagnie porta a commettere delle azioni riprovevoli contro la propria volontà, a dire parole che non si dovrebbero dire, a fare cose che non si dovrebbero fare e quindi a percorrere la strada che scende verso la rovina. La gente che non teme Dio né le conseguenze del peccato è capace di imbarcarsi in qualunque malvagità, non c’è da farsene meraviglia, quindi cercate la compagnia di quelli che temono Dio e la colpa; quella soltanto è la vera compagnia buona. Baba

28.7.11 Lo spazio è uno ma, come risultato della diversità delle strutture in cui è contenuto, sembra essere racchiuso nella casa, nella pentola, nel palazzo e nelle tende. In questa esistenza frammentata non c’è verità, è l’Unico spazio che esiste in tutti questi “contenitori”, come case, laghi, colline ecc., che sono aspetti e forme con nomi diversi e diversi modi di comportamento e uso. Così anche gli esseri individuali (Jiva) hanno nomi, forme, caratteristiche, particolarità e comportamenti differenti ma, come il filo che regge i grani della collana passando dentro ognuno e da uno all’altro tenendoli insieme, la consapevolezza in tutti gli individui è una. Quello è il Sé, l’Atma che viene scambiato per l’io a causa dell’ignoranza. Finché questa verità non viene afferrata, l’uomo non può liberarsi dalla presa della molteplicità e del divenire. Baba

29.7.11 L’aspirante spirituale deve desiderare sempre la compagnia delle persone nobili (Satsang); in loro compagnia non è possibile che si manifesti l’avidità o la volontà di ottenere qualcosa. Che sia facile da trovare o meno, cercate e frequentate soltanto la compagnia di persone nobili. Cercate e raggiungete la soddisfazione e l’appagamento permanenti, non vi distraete nel perseguire la soddisfazione temporanea. Per un aspirante vero, frequentare persone che impiegano il tempo in occupazioni secolari è inutile. Se non trovate amici buoni come si è detto, state soli; non perderete niente per questo. Non vi sfiori mai l’idea di frequentare dei malvagi, non albergate il desiderio di essere dove sono loro, non fatevi irretire dai loro strattagemmi. Se coltivate le qualità buone e cercate le buone compagnie, la ripetizione del Nome Divino e la meditazione diverranno facili per voi e otterranno presto dei risultati. Baba

30.7.11 Il precettore del Signore Rama, il Saggio Vasishta, Gli disse: “Rama, piuttosto di impegolarTi nell’indagine su come l’ignoranza sia entrata nell’uomo, io Ti consiglio di impegnarti nello sforzo di liberarTene”. Questa lezione non è diretta solamente a Rama ma a tutta l’umanità e aiuta tutti coloro che non sono consapevoli della Verità che c’è dietro il mondo oggettivo. Dovete convincervi di avere questa ignoranza; smettete di lottare e liberatevi dell’attaccamento a questo mondo mutevole e al ciclo nascita-morte. Concentrarsi sui metodi atti a rimuovere l’ignoranza è del tutto essenziale e questo percorso porta con certezza alla saggezza o Jnana. Jnana è luce, l’ignoranza è oscurità e questa può persistere solamente finché non la luce non splende. Baba

31.7.11 Come molte varietà di pesci e altre creature acquatiche si muovono in un acquario, moltitudini di esseri umani si muovono nel mare chiamato “il Signore”. Alcuni sono non sviluppati e altri sviluppati poco; essi nuotano in giro avidi ed egoisti. In mezzo a questa folla di esseri ignoranti, ci sono pochi saggi (Jnani) e anime altamente sviluppate (Yogi) che è molto difficile distinguere dagli altri perché confusi con la folla ignorante. Per vedere i corpuscoli rossi nel sangue c’è bisogno di un microscopio; similmente, un microscopio speciale è necessario per trovare il saggio: esso si chiama “contemplazione costante del Signore (Dhyana)”. Baba