11 - novembre 2011

Pensieri del giorno di Sri Sathya Sai Baba

NOVEMBRE 2011

1.11.11 Oggi il paese sta affrontando una quantità di problemi perché la gente non fa sufficiente Namasmarana. Fate sì che ogni strada risuoni del canto della Gloria Divina, che ogni cellula del vostro corpo sia colma del Nome Divino; nient’altro vi può dare la beatitudine, il coraggio e la forza che attingete dal Namasmarana. La gente può dire “E’ un grosso dirigente, perché fa anche lui il Namasmarana?” e alcuni possono anche prendersi gioco di voi ma non ve ne curate; chiunque, giovane o vecchio, ricco o povero, deve fare il Namasmarana. Se per questo non avete alcun strumento musicale non importa, cantate la Gloria di Dio dal profondo del cuore con attenzione e dedizione totale dovunque siate; così potete vivere certamente da essere umano vero. Baba

2.11.11 Smettete di pensare agli altri (Para chintana) e pensate a Dio (Paramatma chintana); questa è la pratica spirituale vera. Non fatevi trascinare dai piaceri del mondo, attenetevi al sentiero sacro e santificate il tempo cantando il Nome Divino. Non c’è bisogno di stabilire un tempo o luogo particolari per il Namasmarana, lo potete fare dovunque siate e qualunque cosa stiate facendo. Per l’acqua, l’elettricità, ecc. bisogna pagare la bolletta ma non c’è niente da pagare per il Namasmarana; nessuno può impedirvi di farlo ed esso è molto semplice ed efficace ma la gente non comprende il suo valore proprio perché è così facile da praticare. Noi pensiamo che Dio si possa raggiungere soltanto tramite delle austerità severe ma questa è una interpretazione errata: il Nome Divino si può recitare senza mettere in difficoltà se stessi o altri. Seguite questa via semplice, sperimentate la beatitudine e santificate la vita. Baba

3.11.11 La meditazione va seguita rigorosamente; in effetti, Dhyana significa “disciplina” e la regolarità e la perseveranza ne sono gli strumenti essenziali. Il Signore Krishna assicurò: “Quando cominciate a fissare la mente su di Me, tutti i pensieri che vi agitano vengono fermati dalla Mia Grazia”. La meditazione è una cura di prim’ordine per la malattia dell’esistenza materiale (Bhava roga) ma, insieme a questa, prendete anche la medicina del “accontentarsi”. Come un viaggiatore, che si è trascinato per miglia sotto il sole cocente, si sente rinfrescato nel bagnarsi in un lago fresco e ombroso, l’individuo sfortunato che si dibatte nel fuoco dei desideri si sente contento e sollevato quando si bagna nel lago dell’accontentarsi. Meditate regolarmente e praticate l’appagamento nella mente; chiunque segua questo rigorosamente ottiene i risultati in breve. Baba

4.11.10 Nessuno può sfuggire all’illusione indipendentemente da quanto erudito possa essere. Come risultato di questa, l’uomo va soggetto al dolore il quale agisce come un freno all’attività. Arjuna, il grande eroe capace di rinuncia e saggezza immense, era ingannato dalle esigenze terribili della guerra e il dolore causato da queste intralciava la sua attività. Egli confondeva il corpo e il Sé, sovrapponeva all’Atma, mai sfiorata dalle caratteristiche del mondo instabile e cangiante, la natura irreale e passeggera del mondo credendo che tale illusione fosse verità. Questa tragedia non è solamente di Arjuna ma di tutta l’umanità! E’ per questo che la Bhagavad Gita ha un valore universale ed eterno; studiarla significa apprendere l’arte di nuotare attraverso il mare dell’illusione. Il fatto che la Gita abbia dato consolazione e liberazione a milioni di individui costituisce l’evidenza della sua origine Divina. Baba

5.11.11 Ai cancelli della Liberazione (Moksha) e Auto-realizzazione (Sakhathkara) son poste tre guardie a chiedervi le credenziali; esse sono la Pace o equilibrio mentale, la Gioia o appagamento e l’indagine o discriminazione (Shanti, Santosha, e Vichara). Anche se vi fate amica una sola delle guardie, le altre due vi facilitano l’ingresso. La prima della serie è la Pace: se fate vostra la Pace, avrete l’appagamento automaticamente! L’appagamento è la sorgente vera della gioia e il più prezioso di tutti i possedimenti; in sua assenza, il desiderio e l’avidità assumono proporzioni pericolose soverchiando il potere stesso della discriminazione. Il desiderio diventa facilmente avidità che a sua volta degenera in avarizia e concupiscenza; queste vi faranno passare di oggetto in oggetto in una ricerca folle della gioia evanescente dei sensi. Consigliate quindi alla vostra mente di andare verso il Signore invece di trascinarvi con la corrente degli oggetti e dei desideri sensuali. Abbandonando tutti gli altri desideri ed essendo sempre contenti, dimorate solamente col Suo Nome e la Sua Forma. Baba

6.11.11 Gioia e afflizione sono come il giorno e la notte, si devono accettare e sperimentare, non appariranno né scompariranno a vostro piacimento! Essi sono relativi alla parte fisica, materiale, al corpo, non influiscono sull’anima. Voi sarete liberati nel momento in cui trascenderete la gioia e il dolore. Che cosa c’è nella vita di cui addolorarsi? Vi siete addolorati quando il corpo è cambiato? Il bambino è scomparso nel ragazzo, il ragazzo nel giovane, questi nella persona di mezz’età che, a sua volta, si è perduta nell’anziano. Voi non piangete mai per questi cambiamenti che coinvolgono il corpo; perché quindi piangere quando esso si perde nella morte? Qualunque cambiamento il corpo possa subire, l’Atma, lo splendore della Saggezza vera, rimane immortale; basarsi incrollabilmente su questa conoscenza è il segno del saggio o Jnani. Baba

7.11.11 Ricordate che l’accontentarsi non vi fa diventare dei fannulloni, è un attributo del vero carattere puro (Satvico), fa rivolgere la mente sempre verso il Signore, vi salva dalle tribolazioni cui andreste incontro per soddisfare voglie effimere e alimentare bisogni egoistici, dirige le capacità umane verso lo sforzo atto all’elevazione. La persona appagata è anche sincera il che la pone in comunione costante con l’Atma come dire che essa può rimanere in meditazione per periodi lunghi senza riposare né stancarsi. L’appagamento è la via regale per giungere alla meditazione. Baba

8.11.11 Vedete il Signore in ogni essere, siate consapevoli di Lui in ogni momento dell’esistenza e siate immersi nella beatitudine di questa consapevolezza. Fusi nella relazione interiore nata dalla devozione profonda, abbandonate i desideri e la volontà di agire; offrite tutto a Dio, l’attitudine, l’attività, il frutto dell’azione, tutto, dall’inizio alla fine, fate cioè ogni cosa con spirito di non attaccamento colmo di adorazione. Questo è quanto il Signore cerca da ogni devoto. Naturalmente un abbandono così completo non è facile ma, se fate anche il più piccolo sforzo verso di esso, il Signore Stesso vi darà il coraggio di proseguirlo fino alla fine. Egli camminerà con voi e vi aiuterà come un amico e una guida, vi proteggerà dal male e dalle tentazioni, sarà il vostro sostegno e supporto. Baba

9.11.11 Come il pesce può vivere solamente quando è immerso nell’acqua, l’uomo è un animale che può vivere bene soltanto quando è immerso nella beatitudine. Bisogna avere la beatitudine (Ananda) non solamente a casa e in società ma anche, ed è più importante, nel cuore; in effetti l’Ananda nel cuore spande gioia tutto intorno. Il cuore è la molla della beatitudine che deve essere caricata con la meditazione e la recitazione del nome costanti, col ricordo ricorrente della Gloria, della Grazia e delle manifestazioni del Signore (Smarana, Chethana e Manana). Perseguite lo scopo con fermezza senza dare spazio al dubbio o alla disperazione e non tornate mai indietro: colui che è devoto di Dio non conosce fallimento. Il Nome del Signore, se in esso si confida sinceramente, aiuta a superare tutti gli ostacoli. Perché dubitare di essere salvati se il Salvatore è al vostro fianco? Baba

10.11.11 Un’anima individualizzata può cambiare tanti corpi fisici, in cui prende residenza temporanea, quante volte uno si taglia le unghie ma il corpo sottile non si può cambiare, esso permane e si conserva. Questa è la dottrina più segreta del pensiero spirituale Bharatiya. Proseguendo lungo questa linea di scoperte, si può apprendere che uomo significa un complesso di corpo materiale, corpo sottile e anima individuata; la filosofia Vedanta dichiara che quest’ultima ha in comune con Brahman la qualità della Persistenza Eterna Immutabile. Baba

11.11.11 La potenza del Nome Divino è ineguagliabile; spesso la gente lo prende alla leggera il che è un errore. Il nome di Dio è il vero diamante: “Die mind”. Tenetelo in voi ben saldo e protetto. Chi fa Namasmarana (ripetizione del Nome di Dio), con qualunque nome scelto e in qualsiasi luogo, santifica la propria vita e si libera dal peccato. Non vi preoccupate troppo della melodia e del ritmo (raga e Thala), cantate il nome divino con tutto il cuore e con fede totale. La fede sviluppa l'amore per Dio e il Namasankirtan (canto del nome di Dio), quando è fatto con concentrazione assoluta e con fede salda come fa uno yogi, contribuisce a instaurare una grande trasformazione. Fissate la vostra mente costantemente sul Nome Divino e ottenete la beatitudine. Baba

12.11.11 In questo giorno, avete deciso di assorbire la Beatitudine Divina recitando la Gloria di Dio in coro e con la musica continuamente per ventiquattro ore (Akanda Bhajan). Questo programma darà risultati buoni perché in questa era indaffarata e piena d’ansia e paura, tenere Dio in mente e ripetere il Suo Nome costituiscono il solo mezzo di liberazione accessibile a tutti. I Bhajan sono più importanti persino del cibo, sono un buon metodo per apprendere la disciplina e tenere lontani la rabbia e il desiderio. Questi Bhajan che durano un giorno intero generano delle vibrazioni Divine e purificano; Io benedico coloro che le respirano per avere maggior salute ed elevare il proprio comportamento. Siate uniti nel ricordare Dio e incoraggiatevi a vicenda mentre procedete sul sentiero; così il successo è garantito.

13.11.11 Quando si è raggiunto lo stadio in cui si riconosce Dio in ogni essere, quando ogni strumento di conoscenza porta all’esperienza di quella Divinità e quando si vede, si ode, si assapora, si odora e si tocca solamente Quella, l’uomo diventa senza dubbio una parte del Corpo di Dio e vive in Lui e con Lui. Questa via non è tracciata o raccomandata esclusivamente per gli uomini straordinari, è alla portata di tutti perché tutti hanno fame di Dio. Quando assumete questo dovere verso il vostro stesso progresso, ottenete una forza nuova ad ogni passo, sperimentate una gioia nuova più pura, venite rinfrescati da una sacralità nuova; quindi ognuno deve perseguire il suo dharma (rettitudine/dovere) personale. Voi dovete pianificare la vita in armonia con i fondamenti spirituali della vostra cultura e ascoltare la voce di Dio. Baba

14.11.11 In questo mondo, anche tra coloro che sono istruiti, molti non usano il tempo di vita loro assegnato nel perseguire gli ideali prescelti per cui le loro vite sono come il viaggio di una nave che, in balia della tempesta in mezzo all’oceano, ha perduto l’ancora e la bussola. Essi sono dilaniati tra gli ideali opposti e gli scopi; nella loro ignoranza e paura, dicono una cosa e ne fanno un’altra. La meditazione dà a persone simili la stabilità dello scopo, il coraggio e anche la saggezza; essa ferma la mente agitata, la rende limpida e la colma di gioia. La via della meditazione distrugge l’ignoranza e concede all’individuo l’unione con Dio. Baba

15.11.11 Per chi fu manifestata la Gita? Pensateci un momento. Il latte non si munge dalla mammella della mucca per lei stessa perché le mucche non bevono il proprio latte. Argiuna, il vitello, aveva avuto la sua dose e Krishna non ha bisogno di niente! Il Signore Stesso chiarisce che Egli munse le Upanishad e ne estrasse la Gita per i “Sudhi-jana” o coloro che hanno l’intelligenza moderata dalla bontà e controllata della virtù. Ma quando si diventa meritevoli di ricevere le lezioni della Gita? Piuttosto che esultare per la vostra eccellenza, cercate i vostri stessi difetti con il desiderio di eliminarli dopodiché progredirete velocemente non venendo trattenuti dalla paura o dall’ansia. Se procedete così, dando tutti i vostri pesi al Signore con fiducia, raggiungerete lo stato di calma mentale che è il distintivo dell’aspirante vero. Arjuna arrivò a questo livello e quindi Krishna gli impartì l’insegnamento che dona l’immortalità. Baba

16.11.11 Considerate il luogo e la situazione in cui la Gita fù rivelata: lì si trova il significato di questo discorso. Da un lato c’erano le forze del bene (Dharma) e dall’altro quelle del male (adharma); preso in mezzo e incapace di decidere cosa fare, Arjuna piangeva disperato e questo non è solamente il suo dilemma, è il problema umano universale. Arjuna non chiedeva a Krishna la gloria piacevole e terrena del potere, dello stato sociale e della ricchezza(Preya), egli cercava la gloria eterna della Gioia totale (Sreya). Egli disse a Gopala: “Preya si può ottenere con l’attività umana del Karma; perché dovrei desiderare da Te ciò che posso ottenere con il mio sforzo personale? Concedimi Sreya perché non è il frutto dell’azione ma della Grazia!” Allora il Signore dette la Gita per tutti coloro che, come Arjuna, si elevano all’altezza dell’abbandono totale di se stessi al Signore (Prapaththi or Saranagathi). Baba

17.11.11 Possedimenti e ricchezze durano poco, posizioni e autorità sono temporanee, l’alito vitale è una fiamma oscillante nel vento, la giovinezza è una festa di tre giorni e i piaceri e le fortune sono fasci di dispiaceri; se, sapendo quanto sopra, dedicate questo periodo limitato di vita al servizio al Signore siete benedetti davvero. Cercate rifugio ai Piedi del Signore da subito. Tutto è irreale, passeggero e simile ai castelli in aria; meditate su questa verità, avvicinatevi a Dio e glorificateLo perché solamente questo dà la gioia permanente. Dentro la stanza chiamata corpo, nella cassaforte detta cuore, c’è la gemma preziosa della saggezza e quattro ladri astuti, cioè la concupiscenza, l’avidità, la rabbia e l’invidia, aspettano l’occasione di rubarla; siate consapevoli di questo pericolo prima che sia troppo tardi, rinforzatevi con l’aiuto del Guardiano Universale, il Signore, e mantenete la gemma intatta. Questo vi farà ricchi di amore e pace. Baba

18.11.11 Il grembo della madre è la scuola per tutti, è il vostro primo tempio. Non c’è alcun Dio maggiore della madre e riconoscere questa verità su di lei è dovere di ogni persona; il padre è il vostro tesoro e la madre il vostro Dio. Invece di dar valore a questa ricchezza preziosa, la gente si impegna in ogni tipo di attività per ottenere possedimenti e posizioni. Il padre e la madre sono inseparabili come il mondo e il suo significato; la distinzione tra uomo e donna si riferisce soltanto al corpo fisico, lo Spirito che risiede in ambedue è lo stesso Divino. Tutti devono aver cura dei propri genitori in quanto incarnazioni del Divino. Baba

19.11.11 Oggi nel mondo vediamo disordine, violenza e conflitto. Per curare queste malattie bisogna eliminare l’egoismo, l’avidità e le atre qualità cattive oltre ad elevarci al di sopra della natura animale. La purezza si ottiene tramite l’altruismo e con la purezza di cuore si può raggiungere l’Unità che conduce poi alla Divinità. La residenza della vita umana dovrebbe essere costruita sulla carità, sulla purezza, sull’unità e la Divinità. Le donne giuocano un ruolo cruciale nel coltivare queste quatto colonne; in loro, la verità, il sacrificio e la pace sono caratteristiche predominanti. Una buona moglie è preziosa solamente per suo marito mentre una buona madre è un bene per la nazione; solamente madri coscienziose possono offrire alla nazione dei figli che si impegneranno per un grande futuro del paese. Buone madri dalla mente aperta, che tengono alla purezza e alla crescita spirituale dei loro figli oltre che al benessere della comunità, sono ciò di cui c’è bisogno oggi. Baba

20.11.11 Per denaro, fama, possedimenti, pompa, potere ecc., le persone rinunciano alla loro dignità e al loro stato nei confronti di uomini e donne ma è raro che qualcuno si abbandoni al Signore per farGli piacere! Come si può anelare a far questo se si desiderano gli oggetti materiali e non la Fonte degli oggetti? Per quanto tempo ciò che non ha base può soddisfare? La gente vuole il creato e non il Creatore, cose dalla mano ma non la Mano! Può esistere un oggetto senza causa? No, solamente Dio è l’Incausato. Sacrificare la propria individualità per ciò che è causato è ignoranza pura; affidatevi piuttosto alla Causa, alla Sorgente, all’Origine del tutto, a Sarvesvara. Questo è abbandono vero o Saranagati. Baba

21.11.11 Quando le nubi che nascondono la faccia della luna vengono disperse dal vento, la stessa risplende chiara e fresca; anche la mente dell’uomo splenderà pura e piena della sua luce naturale quando le nuvole dell’egoismo saranno scacciate. Questo è il livello di beatitudine in cui l’afflizione cessa di esistere. Dove c’è una lampada, l’oscurità non può esistere; la lampada della saggezza, una volta accesa, non si spenge né si abbassa o oscilla mai. Gli uomini, spinti dai sensi, cercano la felicità e la pace negli oggetti del mondo, ma queste sono instabili e presto scemano e scompaiono, soddisfano solo momentaneamente i loro desideri sciocchi; ottenute con la concupiscenza, la rabbia, l’odio e l’invidia, esse sono quindi false ed effimere. Controllatele e dominatele: solamente allora potrete ottenere Beatitudine e Pace vere che non diminuiscono né oscillano. In effetti, voi non le potete ottenere, potete soltanto trasformarvi in esse. Baba

22.11.11 Dovunque guardiate, lì Dio è presente; chiunque vediate, Egli è in lui. Dio non ha forma particolare, tutte le forme sono Sue; per questo i Veda dichiarano che “L’Essere Cosmico ha migliaia di teste, di occhi e piedi”. Quando vi sedete per meditare, non permettete alla mente di vacillare, tenetela ferma. Non generate differenze tra voi perché le controversie conducono a molte seccature. Anche se qualcuno vi fa arrabbiare, non litigate con lui; comprendete che quando attaccate briga con qualcuno, danneggiate in effetti voi stessi. Controllate anche i pensieri. Queste sono le caratteristiche di una persona educata davvero, questo si chiama Educare. Insieme all’istruzione, dovete avere anche Educare perché questo vi darà salute, contentezza, pace e prosperità; tutto diverrà un bene se purificherete il cuore. Baba

23.11.11 Non dovreste mai farvi irretire nelle pastoie di questo mondo e nei suoi problemi; cercate di fuggire, tanto spesso quanto potete, nell’aria più pura dello spirito attaccandovi al Nome del Signore. L’odio e l’invidia distorcono ciò che nell’uomo è veramente attraente, la rabbia è il carburante per tutte le varietà di peccati quindi coloro che aspirano al successo nel campo spirituale devono decidere di controllare la rabbia e sottomettere i capricci della mente, devono eliminare le agitazioni mentali e le preoccupazioni impegnandosi a non causare angustie neppure negli altri. Da questo stesso momento, pregate per la Grazia di Dio che vi permetterà di controllare e vincere i vizi, approfondite la fede in Dio, espandete il vostro amore e avvolgete in esso tutta l’umanità; tutti voi possiate così ottenere la Verità, la Pace e la Gioia e immergervi nella fonte della Beatitudine. Baba

24.11.11 La Pace è uno stato della mente che attiene soprattutto al proprio sé; essa emana dal cuore. Nel mondo, c’è una reazione, un riflesso e una risonanza per tutto; solamente quando c’è odio in voi, vedete l’odio negli altri. A volte, anche se nessuno vi danneggia, voi cercate di ferire gli altri; qualunque cosa facciate loro, sperimenterete sicuramente l’effetto di quell’azione. Qualunque cosa udiate o sperimentiate, tutto è dovuto alla reazione, al riflesso e alla risonanza delle vostre stesse azioni e sentimenti, non ne sono responsabili gli altri; voi dimenticate questa semplice verità e lamentate “il tale mi accusa” o “mi fa soffrire” o “mi ferisce” e così via. Molte volte tendete a far baruffa con gli altri e a ferirli: da oggi in poi, aiutate sempre il prossimo, non ferite mai nessuno. Seguite la coscienza, vi aiuterà a manifestare qualità nobili. Baba

25.11.11 Ci sono tre tipi di abbandono (Saranagathi): il primo è il Thavai-vaham in cui il devoto afferma “Io sono Tuo”, il secondo è il Mamai-vathvam in cui si afferma “Tu sei mio” e l’ultimo è il Thvame-vaham che significa “Tu ed io siamo uno”. Ognuno di questi è un passo che porta all’altro e l’ultimo è lo stadio finale. All’inizio, Thav-eva-aham, il Signore è completamente libero e il devoto legato totalmente; come accade tra la gatta e il gattino, la madre porta in giro il neonato a suo piacimento mentre il piccolo miagola e accetta tutto ciò che gli accade. Questo atteggiamento è molto dolce ed è alla portata di chiunque. Nel secondo stadio, Mama-eva-thvam, il devoto lega il Signore nel suo cuore ed Egli rimane legato volentieri; un devoto può legare il Signore con l’Amore che sconfigge e sottomette l’egoismo. Quando si ha questo tipo di devozione, la Grazia del Signore soddisfa ogni singolo bisogno del devoto. Baba

26.11.11 Il Signore Krishna non eliminò l’illusione di Arjuna in un istante di Sua iniziativa; è indubbio che avrebbe potuto fare così ma Egli preferì lasciarlo passare attraverso le fasi di ascolto, di riflessione e concentrazione in modo che potesse sperimentare la Verità personalmente. Perché incolpare il Sole di non illuminare la vostra stanza? Aprite le porte e le finestre e il Sole, che ha aspettato sulla soglia proprio quel momento, inonderà di luce la stanza. Voi dovete usare l’intelligenza per meritare la Grazia di Dio; questo è lo scopo dello sforzo umano. Per aiutarvi a dirigere l'intelligenza verso uno scopo più elevato e a resistere alle tentazioni dei sensi, Io insisto che cerchiate la buona compagnia e la manteniate, che stiate insieme ai devoti; nella battaglia contro il male c’è una possibilità maggiore di successo se si rimane in mezzo agli eroi spirituali. Baba

27.11.11 Procedendo nell’abbandono dallo stadio di “Io sono Tuo” a quello di “Tu sei mio” e poi a “Tu ed io siamo Uno”, il devoto acquisisce progressivamente la devozione, chiamata Avibhakta-bhakti, che lo rende inseparabile dal Signore; in questa fase, egli non può più trattenersi dall’offrire se stesso e quindi offre tutto a Dio il che completa il suo abbandono. Questo stato di “Tu Sei Io” è basato sulla comprensione del fatto che tutto è il Signore Stesso, niente di meno. Fino a che la convinzione di essere il corpo persiste, il devoto è il servitore e il Signore è il Padrone e questa convinzione c’è anche fino a quando l’individuo si sente separato dai suoi simili. Quando si progredisce oltre i limiti del corpo, oltre il “io” e “mio”, non c’è più distinzione, il devoto e Bhagavan sono Uno. Nel Ramayana, Hanumantha raggiunse questo terzo stadio per mezzo della devozione. Baba

28.11.11 Fate le azioni senza desiderarne i risultati, non lamentate il fatto di non aver ricevuto un riconoscimento pubblico per la donazione che avete fatto a qualche Fondazione. I frutti delle azioni, sia buone che cattive, devono essere consumati completamente da voi e soltanto da voi. Il mezzo migliore per liberarvi dalle conseguenze delle vostre azioni è farle solamente perché vanno fatte; così non sarete gravati dal rimprovero né dal plauso. Se anelate al profitto, dovete essere altrettanto preparati ad accettare la perdita; se scavate un pozzo ove quattro strade si incrociano per ottenere il merito di aver placato la sete di uomini e animali, non potete evitare la colpa che vi verrà assegnata se qualcuno ci cadrà dentro e affogherà. Il segreto di una vita serena è quello di abbandonare il desiderio del frutto dell’azione. Baba

29.11.11 L’attaccamento al corpo produce angustie di ogni tipo e genere oltre ai suoi precursori immediati: l’affezione e l’antipatia. Questi due sono conseguenti al fatto che l’intelletto considera positive certe cose e condizioni ed altre no; questa è un’illusione. Nonostante conosciate questo fatto, a volte voi vi attaccate agli oggetti che considerate vantaggiosi e cominciate ad aver antipatici gli altri. Dal punto di vista più alto, non esiste niente per cui la distinzione è del tutto priva di significato; non ci sono affatto due, come possono quindi esistere il bene e il male? Vedere due soggetti dove esiste solamente l’Uno è ignoranza. L’ignoranza fondamentale è costituita dal credere di essere il corpo e questa è la causa di tutti i dolori; adoperatevi per vivere nella consapevolezza Divina e non in quella del corpo, siate liberi dal dolore e vivete nella gioia. Baba

30.11.11 Ciò che esiste è soltanto colui che percepisce ambedue gli stati di sogno e di veglia: l’Io. Prendete consapevolezza di quell’Io e sappiate che coincide con Egli (Dio). Voi potete prenderne coscienza solamente tramite una disciplina spirituale intensa non macchiata da rabbia, invidia e avidità, i vizi che scaturiscono dall’ego; dovete stare ben attenti e controllare questi vizi. Quando vi arrabbiate, agite come se foste posseduti da uno spirito malvagio, la vostra faccia diventa brutta e incute paura. Come le luci rosse che si accendono intermittentemente in caso di pericolo, gli occhi e la faccia diventano rossi dandovi un avvertimento; tenete conto di quel segnale e allontanatevi tranquillamente verso un luogo solitario, non date libero sfogo alle parole cattive. Quando crescerete in saggezza, l’ego cadrà naturalmente quindi sviluppate la saggezza e discriminate rendendovi conto della natura effimera di tutte le cose oggettive; allora l’ego morirà di morte naturale scomparendo dal campo del vostro cuore e voi otterrete la salvezza. Baba