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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1969:19691120

19691120 - 20 novembre

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

I tre regni

[1] Quest’assemblea dei membri attivi delle Organizzazioni Sathya Sai di tutta l’India riempie il cuore di gioia. Si tratta di un’opportunità molto importante; utilizzatela per riscoprire e fissare nella mente l’elevato scopo a cui l’Organizzazione è dedita, nonché per rafforzare la fede che v’ispirerà a partecipare a quest’impresa straordinaria in modo più proficuo. L’impegno spirituale nell’ambito di un’organizzazione è stato trascurato da molto tempo in India perché rischia il fallimento a causa di ambizioni egoistiche e di fazioni. Se l’individuo non si è prima purificato e fortificato, l’organizzazione si disgregherà e cadrà a pezzi; per questo il viaggio spirituale è da sempre un pellegrinaggio solitario verso la terra della Luce e dell’Amore. La base vera del progresso spirituale è la negazione dell’io e la gioiosa accettazione del ‘noi’ che non è altro che l’unione dell’io con Lui. Il sacrificio, il servizio, il gioire della prosperità altrui, la compassione per chi soffre: queste sono le virtù che purificano e preparano l’uomo all’arduo compito di raggiungere la Meta. Espandete la limitata coscienza individuale fino a raggiungere l’illimitato regno della Gloria Divina: tale è l’appello, da tempo immemore.

[2] Ogni Unità affiliata è un ‘arto’ dell’Organizzazione, il cui obiettivo è ottenere il dominio di sé stessi; infatti è indispensabile avere la padronanza di sé per essere idonei a servire il prossimo. I ricercatori spirituali devono aiutarsi reciprocamente per sfuggire alla schiavitù dei sensi e vivere costantemente nella presenza dell’Onnipresente Signore con cui sono venuti a contatto. L’Unità è una perenne sorgente di beatitudine sia per il singolo sia per la comunità. È una lampada che utilizza l’olio della devozione, lo stoppino del servizio e diffonde la luce dell’amore attraverso la fiamma della saggezza. La fiamma potrà essere stabile e senza fumo solo se l’individuo sarà retto, sincero e riverirà gli altri come incarnazioni della sincerità e lealtà, ovvero della Divinità stessa. Attualmente, quando le persone s’incontrano, si viene a creare fra loro una barriera fatta di invidia, orgoglio ed incomprensione che tende a ingigantire le manie individuali, che ostacolano la comprensione reciproca e la fratellanza; così la gente perde di vista l’unità di base, la fraternità e l’uguaglianza. Siate comprensivi, tolleranti, solidali e amorevoli – tale è il messaggio dei saggi di questo Paese, che hanno forgiato e sostenuto il Sanātana Dharma. Nella qualità di membri attivi delle Unità affiliate a quest’Organizzazione Sai, che è dedita alla redenzione del mondo, voi dovete ridare vita a questo messaggio, rinvigorirlo e guidare gli altri con la vostra esperienza. Se vivrete seguendo le linee guida degli antichi saggi, farete felici tre soggetti: voi stessi, gli altri e Me!

[3] La dedizione detesta la pubblicità e l’ostentazione, è il matrimonio dello spirito col suo Signore, un tesoro da custodire in solitudine; infatti i saggi sapevano come conservarlo e contemplarlo con gioia nella solitudine dei loro eremi, nei remoti recessi della foresta. L’anima era il loro solo compagno e Dio il solo Consigliere. Essi sapevano lottare contro i nemici interiori e le tentazioni dello sfavillante mondo oggettivo, ed erano in grado di sconfiggere il dubbio e le distrazioni. Dopo avere raggiunto l’obiettivo della calma perfetta, i grandi saggi come Shankarāchārya insegnarono a pregare, a propiziare la Divinità ed infine a diventare parte dell’Infinito e, col proprio esempio, rivelarono che il gioiello più prezioso custodito nel cuore è l’amore, quell’amore che vede tutti come sé stesso. Adesso invece quell’amore è rinchiuso saldamente nel petto, modellato dai cinque elementi, e la sua luce si riversa solo sull’ego o su coloro che lo gratificano. In realtà, l’amore è il patrimonio dell’umanità e deve essere condiviso con tutti. Il mondo è stato progettato per essere una palestra, un campo da gioco, un eremitaggio dove l’uomo trascorre i suoi giorni per recuperare le forze e la salute ed ottenere chiarezza e purezza d’intelletto; attualmente, però, il mondo è diventato un campo di sterminio, un terreno d’indolenza che ha reso l’essere umano peggiore di un bruto. L’ira, l’odio e l’ostentazione hanno preso il posto dell’amore, della cordialità e della semplicità.

[4] La devozione non è un conseguimento da pubblicizzare: è un progresso intimo e segreto da comunicare solo a Dio. Quando la scintilla dell’invidia invade la mente, si trasforma subito in un violento incendio che distrugge ogni opportunità di bene; perciò siate vigili: l’invidia non è che la conseguenza dell’orgoglio, e l’orgoglio deriva dall’ignorare il proprio ruolo. Voi credete di avere acquisito molto e che gli altri non vi mostrino il rispetto dovutovi, e onorino di più qualcuno che ha ottenuto meno successo di voi. Ma riflettete per un attimo: chi vi ha conferito le opportunità, l’intelligenza ed il successo? Il Signore! Senza di Lui sareste impotenti. È Lui che ha scelto, stimolato, eseguito, e tutto si è compiuto. Siate umili e amabili con tutti; anch’essi sono ugualmente devoti e sinceri. Non infettate quest’associazione di aspiranti alla Mia grazia con i virus di rivalità e fazioni. Non indagate a quale casta appartengano gli altri per sviluppare poi pregiudizi e parzialità. Sforzatevi di conquistare il dono della Mia grazia, non il luccichio di una Presidenza o di un Segretariato. Fate attenzione ai vostri doveri e responsabilità: questo non è un onere ordinario che avete il privilegio di portare. Io vi vedo sempre, da capo a piedi. Non siate altezzosi e non deridete la gente, chinatevi in modo da raccogliere il vostro fardello e mettervelo sulle spalle. Piegatevi come fa il ramo carico di frutti! Ogni compito ben fatto è un deposito a vostro credito nella Banca di Dio! Incrementate quel conto, così potrete prelevare mediante assegni o richiederne il pagamento come di vostro diritto.

[5] Sviluppate un’intensa fede nei Veda e nelle Scritture, i depositari della saggezza antica che ha retto la prova di lunghe ere. Questi testi insegnano l’umiltà, la riverenza e la tolleranza; colmatevi del loro spirito e sarete esenti dalle malattie dell’indolenza, della cupidigia, della lussuria, dell’ingordigia, dell’invidia e dell’orgoglio. Incoronate l’amore come re del regno dei vostri sentimenti! Incoronate la ragione come regina del regno del pensiero! Incoronate il distacco come re del regno dell’azione! Questo è il compito che oggi ho stabilito per tutte le varie Unità dell’Organizzazione Sathya Sai.

Inaugurazione del Convegno Nazionale Indiano
Prashānti Nilayam, 20.11.1969

discorsi/1969/19691120.txt · Ultima modifica: 2016/07/15 13:40 da sathyamax