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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1969:19691121

19691121 - 21 novembre

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Il settimo colle

[1] Questo convegno in cui si sono radunati devoti provenienti da tutti gli Stati indiani è una buona opportunità per scambiare idee e definire programmi d’intervento. Potrete anche esporre le vostre difficoltà e dubbi e ritornare ai vostri paesi con la fede rafforzata e le esitazioni risolte. Dovete però tenere la politica lontano dall’Associazione che è dedita unicamente allo sviluppo della spiritualità; infatti, dove prevalgono le polemiche ed il disordine della politica e delle fazioni di partito, nessuna disciplina spirituale potrà progredire. Voi dovete cercare l’unità, l’amore e la pace, e non promuovere le differenze, le controversie e le dispute che invece fanno parte della politica. Tuttavia, competizioni e lotte per occupare posizioni autorevoli hanno corrotto anche alcune Unità affiliate all’Organizzazione Sai, perché gli individui non hanno imparato a controllare l’ego né a ripulire la loro mente dagli impulsi passionali ed emotivi. Le tre qualità che l’uomo deve coltivare sono: la compassione che pone un freno alle tendenze demoniache; il controllo dei sensi che alimenta le qualità divine e la carità che serve a tenere sotto controllo l’avidità insita nell’uomo. L’ambizione di acquisire fama, di ottenere una posizione di potere e di condurre un’esistenza all’insegna del lusso non potrà mai donarvi la pace mentale che è invece il risultato di conseguimenti ben diversi. La ricchezza, infatti, non può determinare la pace mentale né può farlo una posizione di potere; la pace mentale può essere conquistata solo in modo arduo: attraverso la meditazione, la ripetizione del Nome di Dio ed i nove gradini che conducono alla presenza dell’Onnipotente; deve essere conseguita sulla terra, alla quale l’uomo legittimamente appartiene, e non su altri corpi celesti verso i quali osa navigare.

[2] Voi aumentate la vostra sofferenza richiamando alla mente il passato e figurandovi un futuro spaventoso: infatti colmate il presente di paure riepilogando il passato e prefigurandovi gli avvenimenti futuri. La puntina del grammofono scorre sul disco e produce la musica, ma il disco di per sé è materia inerte. Quando la mente (la puntina del grammofono) s’interessa al mondo oggettivo e vi entra in contatto, si ode la canzone della gioia e del dolore. L’errore non sta nel mondo e neanche nella mente, bensì nel contatto! Tenetevi alla larga, siate distaccati, non lasciatevi coinvolgere, così non ci sarà alcuna reazione. Questa è la via per conquistare la pace mentale. Il bambino ha la sua lingua e la mamma ha la propria. La madre tiene in braccio il bambino e pronuncia delle parole in modo che il piccolo possa imparare a parlare. Per quanto la madre s’impegni, il bambino deve parlare usando la propria lingua. La madre non può parlare per conto di suo figlio e risparmiarsi così tutta la fatica! Anche il Maestro spirituale ha la stessa funzione; può solo ripetere, rammentare, ispirare, istruire, persuadere e perorare, ma è il discepolo che deve prendere l’iniziativa; è lui che deve superare i gradini, nessuno può sollevarlo per portarlo in cima alla scala!

[3] «Tat Tvam Asi - Quello Tu sei». Il termine Tat (Quello) si riferisce a qualcosa di lontano che voi indicate. Tvam (Tu) siete voi, cioè quello che vi è più vicino, ovvero voi stessi. Voi conoscete al meglio voi stessi; ciò che ora dovete sapere è che ‘Tu’ e ‘Quello’ sono lo stesso, il medesimo! C’è solo Uno, non due; si dice che sia ‘afferrabile dall’intelligenza e fuori della portata dei sensi: del tatto, dell’udito, della vista, del gusto e dell’olfatto.’ Il Signore Venkateshvara è celebrato come il Signore dei sette colli. Il Suo tempio è situato sul settimo colle e per raggiungerlo bisogna ‘valicare’ e superare gli altri sei, che stanno a simboleggiare i sei ostacoli: la lussuria, l’ira, l’avidità, l’attaccamento, l’orgoglio e la gelosia. È indispensabile superare queste passioni e lasciarle alle spalle prima di poter stare al cospetto del Signore. Nello strato roccioso detto corpo, scavate con il piccone dell’intelligenza finché non porterete alla luce il diamante della saggezza, estraendolo dal terreno della mente. Una volta che vi siete assicurati questa pietra preziosa, non ha importanza che la incastoniate in una montatura d’oro. Per analogia, potrete utilizzare la natura o creazione per valorizzare il diamante della saggezza, ma non siate preda della natura in quanto tale: onoratela solo come la veste di Dio.

[4] Come potrete valicare i sei colli e raggiungere il settimo se esitate persino a fare il primo passo? Anche lo scorso anno, alla Conferenza mondiale tenutasi a Bombay, come disciplina spirituale avevo stabilito il nāgarasankīrtan, ma oggi durante il Convegno ho notato che il Comitato raccomanda ai membri attivi di partecipare alla processione almeno sei volte l’anno! Ma può questa essere definita disciplina spirituale? Chi ricopre degli incarichi nell’Organizzazione non può pretendere di avere dei privilegi o delle esenzioni, ma deve manifestare la sua capacità di comando attraverso la devozione e la fede; inoltre deve ispirare ed incoraggiare chi è indeciso o esitante. Questa è la sua funzione! Ora invece i membri attivi richiedono delle agevolazioni! La gente affolla le sale cinematografiche, s’affretta ad andare ai circoli e trascorre giorni interi a giocare a carte, ma se è invitata a cantare la gloria di Dio, a purificare sé stessa e l’atmosfera, chiede a gran voce delle concessioni! Quando le teste si scontrano con rabbia l’una contro l’altra, possono forse i piedi mantenersi stabili senza essere coinvolti? Anch’essi pesteranno e scalceranno malevolmente. Se i capi decidono di non partecipare, anche gli altri perderanno l’entusiasmo e gradualmente si dilegueranno. La Gītā afferma che le anime realizzate agiscono affinché il mondo possa essere salvato, mentre quelli che anelano alla realizzazione devono agire affinché il proprio progresso non sia ostacolato. Non posso accettare che non abbiate tempo per fare la processione e cantare le glorie di Dio: è solo un pretesto! Se riuscite a fare cento cose nel tempo a vostra disposizione, certamente anche la centunesima troverà posto nella vostra tabella di marcia giornaliera. Potete anche smettere di fare le cento cose, ma quest’ultima è come il respiro che sostiene la vita stessa. Però non aggregatevi alla processione solo quando è prevista una ripresa con la telecamera, unitevi sempre al gruppo per cantare la gloria di Dio e per fare esperienza della gioia e dell’emozione che ne deriva. I membri attivi devono unirsi agli altri associati in tutte le attività dell’Organizzazione. Rallegratevi e gioite perché ora avete avuto la fortunata possibilità di ascoltare e di eseguire un ordine! Una tale opportunità si verifica raramente!

[5] Se i capi eludono i compiti che essi stessi hanno stabilito per i seguaci, anche l’organizzazione più salda si disgregherà. Due alberi si sfregano l’uno contro l’altro, e un incendio della foresta è inevitabile. Due membri dell’Organizzazione lottano per il potere, e anche l’Istituzione verrà coinvolta in una violenta conflagrazione! Non applicate le regole senza compassione o attenta riflessione. Se qualcuno non partecipa al 60% degli incontri, le regole asseriscono che deve essere allontanato dall’incarico. Tuttavia dategli delle opportunità di emendarsi, d’inserirsi all’interno del gruppo in modo che possa ravvedersi, ma se anche con questo non si correggerà, eliminate il suo nome senza rimorsi. Non accettate nessuno che sia troppo estraneo al gruppo dei devoti Sai per le sue abitudini o per indifferenza verso le questioni religiose, specialmente verso le direttive date da Me, perché il Mio onore è il vostro onore, ed il vostro onore è il Mio onore. Questa non è la vostra Organizzazione, è la Mia, e nelle Mie Istituzioni le menti devono essere in armonia fra loro. Il cuore di tutti deve essere arato per mezzo della disciplina e seminato con i semi dell’amore, in modo che questi possano crescere e diventare alberi di dedizione che diano i frutti della Conoscenza e della Saggezza.

[6] Sia chi ricopre una carica nell’Organizzazione sia gli associati delle Istituzioni Sathya Sai devono possedere tolleranza e pazienza, seguire la verità, avere compassione e amore verso tutti; devono riverire i loro genitori e non commettere il peccato di predicare quello che non mettono in pratica. Coloro che trascurano i genitori e li lasciano soffrire e languire mentre essi godono di un alto tenore di vita, non meritano di essere membri dell’Organizzazione, tanto più che Io metto sempre in rilievo l’ingiunzione vedica:

Mātr devo bhava, Pitr devo bhava
Considerate la madre e il padre come Dio

Quelli fra voi che sono colpevoli di tale comportamento indegno e deplorevole prendano nota di questa ingiunzione e si ravvedano. La famiglia Sathya Sai può annoverare solo uomini e donne che assolvano i loro obblighi familiari e che si prendano amorevole cura dei loro genitori.

Convegno Nazionale Indiano,
Prashānti Nilayam, 21.11.1969

discorsi/1969/19691121.txt · Ultima modifica: 2016/07/15 13:42 da sathyamax