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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1969:19691122b

19691122 - 22 novembre

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Madri buone fanno una nazione buona

[1] La sessione conclusiva di questa terza Conferenza nazionale è arrivata rapidamente al termine. Il tempo passa come un lampo e spazza via tutto quello che trova davanti a sé; perciò concentratevi sul compito del momento lasciando le conseguenze a Dio che l’ha sollecitato e l’ha reso possibile concedendovi l’opportunità di attuarlo. Il tempo passa inesorabilmente e l’uomo nasce, vive e muore, girando sulla ruota del Karma e delle sue conseguenze, ignaro dei mezzi per sfuggire al sopraggiungere del destino. La sofferenza e l’ansietà non gli hanno addolcito il cuore, le sue imprese ed i suoi conseguimenti non l’hanno reso umile; anzi è orgoglioso delle conquiste fatte sul sentiero dell’odio e dell’arroganza. Si compiace della crudeltà e del peccato e prova una soddisfazione perversa nell’immoralità e nella menzogna. L’uomo si è abbassato ad un livello inferiore a quello delle bestie; suscita pietà a causa della sua miserevole condizione perché ha preso una direzione sbagliata da quella che conduce alla felicità e si è cacciato in quest’inferno. Nessuno vuole la sofferenza, tutti desiderano solo la gioia. Ma coloro che sanno che il dolore è un interludio fra due gioie e la felicità è un intervallo fra due dolori, cercheranno di raggiungere lo stadio in cui non saranno turbati né da una tempesta violenta né dal bel tempo! Quello stadio di equanimità in cui la mente è in perfetto equilibrio e non è influenzata dai colpi della buona o della cattiva sorte è il più auspicabile ed è detto Nirvana; tale condizione si verifica quando l’individuo sa che non ha il diritto di giudicare se quello che accade è buono o cattivo, benefico o malefico.

[2] Per raggiungere questo stato beatifico, l’uomo deve vivere una vita orientata alla disciplina spirituale. Se fate un passo dopo l’altro, per quanto corto possa essere, potrete percorrere persino una distanza di cento miglia! Un’aquila, per quanto intrepido sia il suo volo, deve spiegare le ali ed avventurarsi nel vento se vuole volare anche per un breve tratto. Se manca la volontà di fare un passo avanti o di spiegare le ali, il progresso non è che un sogno irrealizzabile. La forza di volontà deve essere affinata e forgiata finché diventa uno strumento di progresso. L’individuo sarà soddisfatto di sé solo mediante il servizio reso al prossimo e l’espansione nell’Universale. La disciplina spirituale deve ampliare la visione, rendere più valida l’esperienza ed entusiasmare il Sé individuale a fondersi nel Sé Supremo.

[3] Questo processo comincia con la domanda: “In che modo posso contribuire al benessere dei miei vicini?” E non: “Cosa posso ricavare dai miei vicini?” Potrete emettere assegni su una banca solo se avete depositato un conto, oppure potrete ipotecare una proprietà e chiedere un prestito, oppure la banca vi può autorizzare uno scoperto di conto. La proprietà su cui potrete ottenere un prestito è rappresentata dai meriti accumulati grazie alle buone azioni compiute nelle vite passate. Lo ‘scoperto di conto’ da cui potrete prelevare nei momenti d’emergenza è la grazia che Dio elargisce se siete sinceri, stabili e costanti, tanto da meritarvela. Per ottenere un prestito dovete rilasciare una garanzia o dare qualcosa in pegno. La garanzia è la Grazia divina, il pegno è la fede salda e la vostra completa resa a Dio. La garanzia può anche essere il Guru, il Maestro spirituale che conosce il discepolo, i suoi conseguimenti e possibilità. Per quel che riguarda i meriti accumulati in passato, non avete alcuna informazione al proposito e quindi non potete farci conto; poi, non sapete dove trovare un Guru che possa darvi una garanzia sicura, infatti tali Guru sono davvero rari. Allora conquistate la grazia ed assicuratevi dei crediti per i tempi difficili: questa è la soluzione migliore. Più progredirete e più la vostra disciplina sarà sistematica, più utili sarete a voi stessi ed alla società.

[4] Poiché questo è un Convegno di volontari impegnati a praticare ed a promuovere gli ideali Sai, lasciate che a questo punto mi soffermi su alcuni temi di lavoro che penso siano importanti. Come primo punto il Sevādal: tutti gli Stati devono avere un cartellino d’identificazione uguale, un programma comune di disciplina spirituale e studio, un corso comune di addestramento pratico di pronto soccorso, servizio sociale, ecc. Abbiamo Organizzazioni Sevādal a Bombay, Madras, in Kerala, in Andhra ed in alcuni altri Stati, ma ogni gruppo viene addestrato senza ricevere alcuna informazione sulle attività svolte negli altri Stati. In secondo luogo, abbiamo le Associazioni delle donne. Nella cultura indiana la madre è oggetto di affettuosa riverenza. È la padrona di casa, la prima insegnante dei suoi figli, colei che amorevolmente trasmette la cultura di quest’antica Terra ai suoi eredi negli anni più importanti e formativi. La madre ed il padre sono i primi esempi di comportamento sociale che il bambino vede ed impara ad imitare. Essi gli insegnano la devozione e la resa all’Altissimo e, agli occhi ricettivi e attenti del bambino, rappresentano la pace e l’amore. Pertanto i genitori devono essere ispirati e incoraggiati a fare la loro parte in quest’impresa di risveglio spirituale in cui l’Organizzazione Sathya Sai si è avventurata. Nella generazione futura si deve infondere tolleranza ed umiltà esortando le madri a praticare la disciplina spirituale. Esse sono la Madre Terra che fa germogliare i semi e li nutre fino a farli diventare robuste piantine e quindi grandi alberi. Un terreno salino blocca la crescita delle piantine e danneggia il raccolto. Ognuno ha una madre come origine della sua vita e del corpo, perciò la madre deve essere forte nella mente e nel fisico, matura culturalmente, equilibrata nel carattere, santificata da pensieri sacri e colma d’amore e di dedizione. Madri buone fanno una nazione buona. Le madri devono promuovere lo spirito di sacrificio, l’autocontrollo e la devozione; il loro comportamento deve essere sostenuto da questi tre valori.

[5] Sono passati sei anni da quando nelle varie località sono state istituite le Unità affiliate; esse hanno cominciato con attività semplici come i bhajan e lo studio dei Testi Sacri, ma dopo avere fatto esperienza grazie al contatto con le altre Unità, le loro attività si sono diversificate e moltiplicate. Al termine di questo convegno, quando farete ritorno ai vostri paesi, v’invito ad approfondire il lavoro con le madri, i bambini e i giovani. Gli incontri delle donne devono essere intensificati e, nelle località dove ancora non ci sono, cercate di organizzarli e cominciate a tenere i corsi per i bambini sui Valori Umani. In terzo luogo, durante la conferenza è stato segnalato che è molto faticoso per i membri attivi e per gli associati svegliarsi alle 4.30 del mattino e, dopo il canto dell’Om e del Suprabhātam, camminare per le strade per un miglio cantando i bhajan! Tutte le cose buone devono essere fatte seguendo un percorso difficile! La comodità e l’elevazione non vanno d’accordo. I saggi accoglievano di buon grado un duro stile di vita. Kuntī, la regina madre dei Pāndava, pregava di essere benedetta da continue tribolazioni perché forgiavano la sua vita in una mirabile ghirlanda di preghiere, tanto che il Signore era sempre presente nella sua mente. Le avversità mantengono l’uomo vigile ed in forma, rivelano risorse nascoste di abilità ed intelligenza, temprano la forza d’animo e approfondiscono le radici della fede. Sono sorpreso che sia stata presentata una richiesta di esonerare i coordinatori responsabili dal partecipare alla processione tranne che per sei volte l’anno! E questo da parte di persone che si recano al cinema 600 volte l’anno! È una vergogna che sia stata fatta una simile richiesta! Per queste persone giocare a carte per ore è un rito più sacro. Qualcuno ha sollevato un’altra obiezione: è piuttosto umiliante che le donne camminino per le strade il mattino prima dell’alba! Ma non è umiliante che queste donne stiano in fila per ore per comprare un biglietto del cinema oppure ad una fermata per aspettare l’autobus?

[6] I bhajan cantati in processione donano beatitudine sia ai partecipanti sia a chi ascolta; questa è la ricompensa, e non c’è nulla di disonorevole, anzi è la forma più elevata di servizio sociale e di aiuto a sé stessi; quindi non abbiate dubbi o esitazioni. Anche se nessun altro si aggrega, andate da soli. Voi siete arrivati soli in questo mondo e soli ve ne andrete. Perché dunque lamentarsi se non avete compagni attorno a voi quando fate la processione nei vostri villaggi, cantando inni devozionali di strada in strada? La gente può anche deridervi, definirvi pazzi, chiedervi le motivazioni, ma voi persistete! Molto presto tutti si accorgeranno che siete felici, pieni di salute e santi, e lentamente si affolleranno attorno a voi per seguire il sentiero che conduce a Dio. L’uomo e la donna, anche se sono marito e moglie, hanno destini spirituali diversi, ognuno deve procedere secondo il proprio passo. Possono essere fra loro interdipendenti per questioni secolari, ma per quel che riguarda la spiritualità, ognuno deve forgiare la propria carriera. Rendete la vostra casa un luogo d’armonia; in tal modo il villaggio diventerà sede di concordia, lo stato godrà di pace, la nazione sarà felice e il mondo prospererà. Se vivete una vita orientata alla disciplina spirituale, dovrete far fronte ad opposizioni provenienti da diverse fonti, ma non dovete attribuire importanza a tutto ciò. In primo luogo, i vostri parenti e amici cercheranno di farvi deviare per indirizzarvi verso attività materiali. Krishna aveva Suo zio materno come acerrimo nemico. Rāma aveva una matrigna che lo mandò in esilio nella foresta. Non lasciatevi intimidire dai cinici o dai critici che possono abbondare in famiglia. Poi c’è l’opinione pubblica che può screditare il cammino spirituale e rendervi oggetto di scherno o anche peggio. Shishupāla, Jarāsandha e la nutrita schiera dei diffamatori tentarono accanitamente d’impedire la missione del Signore quando era incarnato nella persona di Krishna. Un altro ostacolo può essere causato da chi è devoto ad una Forma o ad un Nome divini diversi da quelli da voi adottati e amati. Le persone che hanno scelto un Nome ed una Forma particolari, per una predilezione trasmessa da una generazione all’altra o per semplice attrazione, sono inclini a perseguitare coloro che adorano altri Nomi e Forme. È molto meglio morire inseguendo una tigre che vivere vantandosi di aver sparato ad uno sciacallo zoppo!

[7] Le donne hanno un grande ruolo da svolgere nella rigenerazione morale della società, ed è questo il motivo per cui ho sottolineato l’importanza dei raduni spirituali femminili. Esse possono raccontare ai bambini le storie epiche di sacrificio ed eroismo, di santi che hanno cercato Dio e l’hanno visto ovunque nella verità, bellezza e bontà, di grandi uomini e donne che hanno indagato nei segreti dell’universo e del Dharma che governa in egual misura il microcosmo ed il macrocosmo. Gesù diceva : “Lasciate che i bambini vengano a me.” Essi hanno il senso del miracoloso, possiedono il semplice e sincero desiderio di conoscere e nutrono rispetto verso la conoscenza e il potere. Raccontate loro le storie dei grandi personaggi come Sītā, Rāma, Krishna, Ūrmilā, Dhruva, Hanuman, Arjuna, in modo che possano raffigurarseli con ammirazione nella loro mente. Indra Devi ha appena detto che la gente ama i propri figli e li coccola, ma non ama i figli dei vicini che sono considerati un fastidio. Questo senso del ‘mio’ e del ‘tuo’ s’interpone come una barriera fra il progresso spirituale e l’individuo. La Divinità è l’essenza interiore di tutti gli esseri, vicini e lontani, piccoli o grandi. Espandete la vostra coscienza ai limiti estremi, anche se, in realtà, non ha affatto dei limiti. Questo non può essere raggiunto con un pagamento rateale né in contanti! È realizzabile solo attraverso una trasformazione interiore, mediante la meditazione, la preghiera o la ripetizione del Nome di Dio mentre siete immersi nella costante contemplazione della suprema maestà che è in voi. Quando rivelerete a voi stessi quella maestà, allora potrete essere un efficace strumento di servizio ed elevazione per gli avviliti e gli afflitti che vi circondano. Il Divino sboccia nel cuore, cresce nella coscienza e fiorisce in tutte le attività mentali e fisiche dell’uomo. Il Principio Divino è al di là della vostra esperienza perché non siete disposti a dare il meglio di voi agli altri, che possiedono il medesimo Principio. Quando sarete pronti a dare, avrete il diritto di ricevere, non prima. Notiamo che anche fra le persone molto istruite, assai poche aiutano i genitori anziani e cercano di dare loro almeno una frazione delle comodità e degli agi di cui godono. Tutti sono impegnati a garantirsi un alto tenore di vita, ma per quanto tempo durerà? Arriverà un giorno in cui tutti dovranno dire addio a quello che hanno accumulato con scaltrezza e intelligenza, infliggendo sofferenza e dolore, scontento e tribolazioni a molti. Il servizio reso ai genitori, agli anziani ed ai sofferenti dona gioia e soddisfazione a tutti quelli che vi sono coinvolti. La virtù e la rettitudine renderanno testimonianza a vostro favore nel giorno del giudizio, ma né il vostro conto in banca né la denuncia dei redditi deporranno a vostro favore. Lasciate che termini con quest’osservazione: non vacillate, non esitate né dubitate del vostro destino. Aspirate ardentemente a realizzare la vostra Realtà. Quell’anelito stesso vi doterà di uno sforzo costante, e la Grazia di Dio eliminerà ogni ostacolo. Siate d’esempio agli altri! Non disseminate consigli senza l’autorità che nasce dall’esperienza pratica; non cercate i difetti negli altri, cercate i vostri. Amate, collaborate, aiutate e servite; questo è il vostro dovere primario quali leader delle Unità Sathya Sai dei vostri villaggi.

Convegno Nazionale Indiano,
Prashānti Nilayam, 22.11.1969

discorsi/1969/19691122b.txt · Ultima modifica: 2016/07/15 13:47 da sathyamax