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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1976:19760930

19760930 - 30 settembre

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

I mezzi per controllare la mente

In un primo momento le termiti si fanno vedere poco, ma in breve divoreranno l’intero tronco.
Sulle prime le qualità malvagie appaiono insignificanti, ma in breve distruggeranno persino una persona dal carattere buono.
(Versi Telugu)

[1] Incarnazioni del sacro Sé!
Una mente forte e salda e la purezza di pensiero sono essenziali per il progresso dell’uomo. La forza mentale è la base dell’elevazione o della caduta dell’essere umano. L’uomo ha due stati mentali che si basano sulla sua percezione in un dato momento: hita, benefico, auspicabile, e ahita, dannoso, deprecabile. Il fiume scorre giù dai monti, scende rapido fino a valle, acquista velocità per il dislivello del terreno, poi scorre rapidamente, cambiando di tanto in tanto il suo corso a causa di altri torrenti o affluenti che vi confluiscono. Così anche il corso della vita procede veloce e turbolento a causa di numerosi alti e bassi e delle relazioni che l’uomo intesse con gli altri; nessuno può sfuggire a questa rapida corrente né evitare gli alti e i bassi, prima o poi dovrà farne esperienza: può avvenire all’inizio della vita, a metà oppure in età avanzata. È fondamentale che tutti realizzino questa verità; infatti chi l’ha compresa non avrà paura di nulla nella vita, invece chi non comprende questo fenomeno naturale sarà tormentato dalla paura; è quindi essenziale capirlo.

[2] L’essere umano è sollecitato da numerosi desideri che sorgono costantemente dall’interno come pure dall’esterno, i quali assumono nella mente la forma di Sankalpa, propositi, intenzioni. La mente, però, non può accoglierli tutti. Pertanto, dopo un’attenta analisi, egli deve trattenere i propositi importanti e benefici per il proprio progresso spirituale e scartare gli altri. Soltanto così potrà avere pace mentale. Il processo di fissare costantemente la mente su un fine auspicabile è chiamato Avadhāna, ed è proprio lo scopo che la mente deve raggiungere. Il processo di eliminare i propositi negativi e conservare nella mente soltanto quelli benefici è detto anche Citta ekāgrata.
Senza la concentrazione e la stabilità mentale non si riesce ad eseguire neanche un piccolo compito, perciò è fondamentale comprendere la propria natura con piena consapevolezza. Le attività della mente sono molto strane, i suoi propositi si diffondono ovunque e avvolgono il mondo intero. Anche se l’uomo muore, i suoi proponimenti non muoiono. Il senso profondo di tale affermazione può essere compreso per mezzo dell’esempio di Ahalyā. Benché Ahalyā fosse stata trasformata in una pietra a causa della maledizione del marito Gotama, i suoi proponimenti non subirono alcun cambiamento. Questo è il motivo per cui, quando il Signore Rāma passò dal suo Āshram e pose il piede su quella pietra, Ahalyā fu trasformata ed assunse nuovamente il suo aspetto originale.

[3] Incarnazioni del Divino Sé!
Non si deve desiderare di avere una nuova nascita o di cambiare il proprio corpo fisico: queste non sono cose desiderabili. È fondamentale, invece, pregare per cambiare il proprio comportamento, coltivare desideri sacri e vivere contemplando pensieri divini.
Il corpo umano è una struttura organizzata molto complessa. Sia che si tratti di un capo o di un semplice operaio, tutti devono compiere bene le loro funzioni e rispettare la linea gerarchica. Ci sono quattro elementi importanti: il corpo, i sensi, la mente e l’intelletto. Il capo di questa struttura è l’Ātma, il Sé. Essendo vicino al Sé, l’intelletto esercita un grande potere e per questo motivo la mente deve seguire le sue istruzioni. I sensi, a loro volta, devono ubbidire agli ordini della mente, ed il corpo deve essere agli ordini dei sensi. Questa è la giusta sequenza.

[4] Un altro esempio. È il conducente che guida il carro, mentre di solito si pensa che i cavalli siano più importanti. Questa è un’idea errata. Qualunque sia l’indole dei cavalli, se il conducente è esperto può guidare il carro senza correre rischi. Il corpo umano può essere paragonato al carro, i sensi ai cavalli, la mente alle briglie ed il conducente all’intelletto. Seguendo quest’analogia, il conducente, o intelletto, attacca i sensi (cavalli) al carro del corpo e li guida con attenzione tenendo saldamente le briglie della mente. Questo è il sistema corretto. Se invece alla mente viene assegnata la funzione di guida, le conseguenze saranno disastrose.
A tale riguardo si può menzionare un altro esempio. Tutti noi siamo radunati qui dalle quattro del pomeriggio. Il discorso di Swami dovrebbe concludersi tra mezz’ora. Tra i presenti qualcuno potrebbe pensare: “Oh Dio, sono già le 19.00. Devo andare alla mensa per la cena.” Così la mente formula la sua intenzione. Se quell’uomo segue la decisione della mente, si lascerà sfuggire la preziosa opportunità di ascoltare il sublime discorso di Swami. Oh, che immensa sfortuna! Nel frattempo però entra in scena l’intelletto e lo rimbrotta: “Oh, stolto! Ti sei preso la briga di venire qui da molto lontano, hai percorso una distanza di quattrocento miglia e sei rimasto seduto per più di quattro ore. Non puoi rimanere seduto pazientemente per un’altra mezz’ora e ascoltare il prezioso discorso di Swami fino in fondo? Che grande gioia trarrai dall’ascoltare le Sue divine parole! Non dare retta alla mente che è insensata ed ottusa. Siediti!” Se quell’uomo presta ascolto all’ammonimento dell’intelletto, sarà felice e adempierà il proposito per cui è venuto, e la sua vita sarà così santificata. Se invece ignora il consiglio dell’intelletto, rinnegherà la sua vera natura ed il proposito per cui è venuto sin qui, e per ultimo non raggiungerà la meta.

[5] In ogni caso, l’intelletto impartisce numerose istruzioni persino nelle questioni minori, ma la mente si rifiuta di seguirle. Quando la mente non è guidata dall’intelletto, i suoi intendimenti non sono chiari e precisi e danno origine a numerose distorsioni; in tali situazioni la mente dimentica persino il sentiero della devozione. Se i propositi sono utili e proficui, essa diventa obbediente; altrimenti, non esita a ribellarsi e non si limita ad andare per la sua strada, ma istiga anche i sensi alla ribellione. In tal modo la mente imbocca il sentiero dell’anarchia.
Per disciplina spirituale s’intende lo sforzo di canalizzare una mente così bizzosa nella giusta direzione. Dobbiamo essere molto attenti nell’educare la mente al fine di portarla sul sentiero spirituale. Immaginiamo di gettare un sasso in uno stagno; sebbene il sasso sia piccolo, il suo impatto sulla superficie dell’acqua produrrà delle increspature che si propagheranno a tutto lo stagno. Analogamente, per quanto piccolo sia il sasso dei propositi gettato nel lago della nostra mente, esso produrrà increspature che si propagheranno in tutto il corpo. Se nel lago della mente lasceremo cadere la pietra delle cattive intenzioni, avremo pensieri perversi, pronunceremo parole malvagie, vedremo cose sconvenienti e ascolteremo discorsi disdicevoli. Questi cattivi propositi influenzeranno il corpo e ci spingeranno a compiere cattive azioni.
Se invece nel lago della nostra mente getteremo buoni propositi, essi indurranno i nostri sensi a compiere buone azioni. La vita dell’uomo è guidata dalle piccole onde presenti nel lago della mente; a causa di quelle increspature, la mente potrà perdere anche il suo equilibrio.

[6] L’uomo dimentica la sua vera natura umana ed oltraggia persino la propria innata Divinità. Questa è la ragione per cui si afferma:

Mana Eva Manushyānām Kāranam Bandha Mokshayoh
La mente soltanto è responsabile della schiavitù o della liberazione dell’uomo

Nell’ultima settimana ci siamo sforzati di comprendere la natura della mente e dei suoi misteri; in verità questo è il nostro dovere principale. Quando saremo in grado di dipanare il mistero della mente, avremo ottenuto Moksha, la liberazione.
A questo punto si presenta la questione di cosa ci sia alla base della mente. Prima di tutto il cibo che mangiamo: com’è il cibo, così sono i pensieri; come sono i pensieri, così è la mente. Dobbiamo fornire cibo sattvico, puro, al nostro corpo. Sattvico non significa semplicemente mangiare frutta, latte e yogurt. In realtà, il corpo umano assume ‘cibo’ attraverso i cinque sensi, mentre tutti credono di alimentarsi soltanto per mezzo di uno dei cinque sensi, vale a dire la lingua. Questo è un errore. Gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua e la pelle sono i cinque sensi attraverso i quali nutriamo il corpo. Pertanto, tutto il cibo assunto attraverso i sensi deve essere puro. Ciò significa che gli occhi devono vedere immagini sacre e divine, le orecchie devono ascoltare parole sacre, il naso deve annusare profumi divini, la pelle deve fare esperienza del tocco divino. Perciò i cinque sensi devono essere purificati grazie a questo ‘nutrimento’ sattvico.

[7] È solo per sottolineare l’importanza di questo punto che spesso vi esorto ad astenervi dal compiere i cinque peccati commessi da occhi, orecchie, lingua, mani e mente, vale a dire: vedere cose sconvenienti, ascoltare cose disdicevoli, pronunciare parole cattive, compiere azioni malvagie e nutrire pensieri perversi. Se riuscirete in tale intento, voi stessi diverrete Dio.
A volte capita che per forza si debbano ascoltare cose sgradevoli e indesiderabili; dato che simili conversazioni non sono opportune, invece di restare seduti ad ascoltare, è meglio allontanarsi; purtroppo non facciamo neanche il minimo sforzo per comportarci così, anzi ricordiamo continuamente le parole udite e, pur controvoglia, cerchiamo persino di crederci. Dopo qualche tempo manifestiamo addirittura una sorta di piacere per quegli argomenti spiacevoli. Questa è la natura umana, ma non è tutto! Siamo persino propensi a condividerli con gli altri. Questo è il motivo per cui la mente è inquinata. Infatti non dovremmo prestare ascolto alle notizie scandalistiche, ma invece di tenerci alla larga da questi pettegolezzi, contribuiamo a diffonderli. Perché accondiscendere a commettere simili azioni peccaminose?
Prestare ascolto a maldicenze è di per sé un grave errore e divulgarle è un altro errore; in tal modo commettiamo due errori ed incorriamo in un grave peccato.

[8] La mente per sua natura è molto subdola, ma è possibile purificare anche una mente così astuta e, con la Grazia di Dio, indurla a percorrere il sentiero divino. Se coltiviamo una mente malvagia, i nostri cattivi pensieri si diffonderanno anche alle persone che ci circondano e, non solo noi, ma anche gli altri ne rimarranno influenzati. Se invece coltiviamo una mente pura con pensieri sacri, anche gli altri ne saranno partecipi.
Ad esempio, se tengo in mano una rosa bella e profumata, il suo profumo si espanderà non solo al Mio corpo, ma anche a chi mi sta attorno. Analogamente, una cosa maleodorante diffonderà il suo cattivo lezzo su tutti; perciò non bisogna alimentare una mente malvagia.
Ci sono certi metodi per educare la mente a formulare pensieri puri e sacri. Il Satsang, la consuetudine a frequentare persone buone e sagge, è uno di questi e indurrà la mente a seguire il sentiero divino. Tuttavia, solo sforzandoci di comprendere come funziona la mente nella sua totalità, saremo in grado di realizzarne l’indole vera; infatti non sarà possibile capirne la vera natura conoscendone soltanto una piccola frazione. Prendiamo ad esempio questa rosa. Solo se riuscirete a vedere la sua forma per intero, potrete riconoscerla come rosa. Allo stesso modo, se vi sforzate di comprendere pienamente come funziona la mente, sarete in grado di capirne la vera natura. In tal caso non ci sarà spazio per la paura e l’illusione.

[9] La mente è illusoria, non ha forma. Vi ho detto varie volte che la mente è come l’obiettivo di una macchina fotografica; se si scatta mentre l’obiettivo è focalizzato sulle persone sedute da questa parte del palco, comparirà la loro foto. Se invece l’obiettivo è puntato sull’altra parte, apparirà la foto delle persone sedute da quel lato. È come il vento che non ha una forma precisa: se viene pompato in un pallone da calcio, assumerà la forma del pallone; se invece viene immesso in un palloncino, assumerà quella forma. Di fatto, l’aria in sé non ha alcuna forma, né del pallone né del palloncino, ma prende la forma dell’oggetto in cui viene introdotta. In sintesi, la mente assume una forma particolare in conformità al proposito specifico da noi formulato.

[10] Incarnazioni del Divino Sé!
Innanzi tutto dobbiamo assicurarci che i nostri intenti siano sacri, puri e benefici al prossimo facendo uno sforzo consapevole a tale riguardo. È indispensabile anche assumere alimenti puri. Invece di svolgere attività negative, bisogna compiere azioni che siano d’aiuto agli altri e fare servizio sociale. Molti fanno ginnastica per mantenere il corpo robusto ed in forma. Come gli esercizi e la ginnastica sono necessari per il benessere del corpo fisico, così i sentimenti puri e nobili, l’associarsi a persone sagge e virtuose, le buone azioni e le attività di servizio sono essenziali per disciplinare la mente; infatti tutto ciò contribuisce al nutrimento, alla serenità e all’equilibrio mentale. Il cibo puro e l’associarsi a persone buone sono fattori determinanti per controllare la mente.
In ogni caso dovete rendervi conto che alti e bassi capitano prima o poi a tutti nella vita, quindi sviluppate l’equanimità mentale in ogni circostanza. Soltanto allora potrete fare esperienza della beatitudine.
L’uomo può studiare i Veda e le sacre Scritture, può incontrare anime nobili, può leggere molti testi spirituali, può seguire innumerevoli pratiche spirituali, ma se non consegue Citta Shuddhi, la purezza della coscienza, e Sat Sankalpa, pensieri e propositi buoni, non potrà acquisire il frutto della Saggezza o Conoscenza Suprema.

L’uomo può memorizzare tutti i Veda e le Scienze vediche,
può comporre belle poesie e scrivere prosa,
ma se non ha purezza di coscienza, andrà in rovina.
Cosa posso spiegare più di questo?
(Versi Telugu)

(da: La mente e i suoi misteri - Ed. Mother Sai Publications)

discorsi/1976/19760930.txt · Ultima modifica: 2016/10/25 14:34 da sathyamax